GOVERNO | Casini: “Conte è assediato, fossi in lui metterei tutti i leader di partito al governo con me”

Renzi afferma che per Italia viva non è una questione di poltrone ma di contenuti… "Contenuti e poltrone sono sempre legati. Da quando sono in Parlamento, dal 1983, non ho mai visto altro”

Pier Ferdinando Casini

Pier Ferdinando Casini, già presidente della Camera, oggi senatore delle Autonomie, in una intervista al Corriere della Sera dichiara: “Devo ammettere di non capire il presidente del Consiglio”.

Giuseppe Conte, infatti, “rimane assediato a Palazzo Chigi. Vive ogni richiesta come una minaccia – osserva Casini – e presenta provvedimenti, pensiamo a quelli sui servizi segreti, discutibili e non condivisi nella maggioranza”.

Per Casini si tratta di “una vicenda incomprensibile. È la prima volta nella storia della Repubblica che si registra un accanimento su una questione che non dovrebbe esistere. L’autorità delegata è una garanzia prima di tutto per Conte”.

“La penso come gran parte dei parlamentari del Pd e come molti nella maggioranza. Matteo (Renzi, ndr) è solo la punta dell’iceberg” evidenzia, “si tratta di gestire un Paese che non riesce nemmeno a distribuire le prime dosi di vaccino. Stiamo distribuendo aiuti a pioggia. Ma lo capiamo che il Recovery fund è l’ultima opportunità per riprendere la corsa?”.

“Il premier è impegnato dal mattino alla sera a respingere gli assedianti. Mentre dovrebbe essere lui stesso a chiedere ai capi partito la corresponsabilità in una situazione drammatica come quella in cui ci troviamo. Chi guida una squadra è certamente più forte se al suo fianco c’è un coro di leader di partiti a sostenerlo”. E dunque, se fossi io al suo posto, ragiona Casini, “vorrei Zingaretti, Di Maio, Renzi e Speranza, tutti nel governo con me”.

Renzi afferma che per Italia viva non è una questione di poltrone ma di contenuti… “Contenuti e poltrone sono sempre legati. Da quando sono in Parlamento, dal 1983, non ho mai visto altro. Scandalizzarsi per questo significa essere fuori dal mondo. Le liti tra Fanfani e Andreotti, le discussioni tra Craxi e De Mita, e gli stessi problemi che abbiamo avuto in una fase del centrodestra con Berlusconi, per non parlare di Prodi, sono sempre stati connessi ai contenuti e alle poltrone”. E conclude: “Se Conte non perde altro tempo forse riuscirà a sopravvivere a se stesso: dipende da lui”.