Viviamo in uno strano paese. Neppure 24 ore dopo che il premier Enrico Letta aveva presentato “urbi et orbi” il suo programma di rilancio per l’Italia da qui al 2018, eccolo silurato ed affondato da Matteo Renzi, che solo pochi giorni fa sosteneva “Con me ai vertici del PD Letta è più forte”. D’altronde lo stesso Letta insisteva “Non mi dimetterò”, cosa che ha puntualmente fatto due giorni dopo averlo strenuamente dichiarato. Anomalie di un Partito Democratico che ora punta tutto su Renzi e cannibalizza uno dopo l’altro tutti i suoi leader, sport cui nel recente passato si è ampiamente distinto.
Immaginatevi che cosa potranno pensare di noi i ricchi sceicchi arabi che solo ad inizio settimana ricevevano Letta con tutti gli onori e che l’hanno visto distrutto in tre giorni: si potranno mai fidare degli italiani? La confusione è massima visto che dovremmo essere una repubblica parlamentare ma entrambe le attuali vedette della politica italiana, Renzi e Berlusconi, non siedono in parlamento e anche questa è un’altra anomalia soprattutto visto che siamo al terzo governo di fila condotto da persone non scelte per via elettorale: ma la sovranità non apparteneva al popolo?
Dunque, Renzi. Gli vanno fatti comunque gli auguri e non resta che vedere che cosa, concretamente, sarà capace di fare tenendo conto che l’Italia è stremata, che è difficile fare peggio, ma che nello stesso tempo – ove anche l’immagine del giovane leader dovesse tramontare – presto saremmo nel buco più nero. Renzi eredita una situazione drammatica per cui non basterà la sua “smisurata ambizione” a risolvere i problemi, ma è anche l’unico ad avere teoricamente le carte in mano per rovesciarla: maggioranze blindate in parlamento, indubbio appeal personale, faccia nuova in una politica asfittica… Non ci resta che vederlo davanti alla prova dei fatti.
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