Il primo dicembre e’ la Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids. Arci e Arcigay dedicano la giornata alla consapevolezza ed al sostegno delle le pratiche di prevenzione, prima fra tutte quella del sesso protetto. Per l’occasione partira’ nei prossimi giorni una campagna di sensibilizzazione: in diverse citta’ d’Italia, da Trento a Siracusa, sara’ possibile sottoporsi ad un testing rapido Hivche completera’ l’ampia offerta di iniziative di sensibilizzazione e prevenzione che ogni anno Arcigay mette in campo.
A Roma, si prevede un fitto calendario di iniziative. Martedi’ 1 dicembre alle 15 in programma l’incontro con la scuola Grottarossa dove verranno distribuiti i Red Ribbon; mercoledi’ 2 dicembre alle 19al Gay Center (via Zabaglia, 14) ci sara’ un incontro su Hiv e Mts; mentre giovedi’ 3 e 10 dicembre dalle 8:30 alle 16 il Policlinico Tor Vergata ospitera’ l’iniziativa "To be or not to be…that is the question – Hiv e lo stato dell´Arte; venerdi 4 dicembre alle 18 al Gay Center (via Zabaglia 14) ci sara’ l’incontro del gruppo giovani dal titolo "Siamo tutti sierocoinvolti"; venerdi’ 4 dicembre dalle 23 alla Gay Street (via San Giovanni in Laterano) sara’ possibile usufruire della distribuzione di condom e materiale informativo; sabato 5 dicembre alle 23:30 | al Teatro Lo Spazio(via Locri 42) "Poppe" evento con distribuzione condom e materiale informativo; sabato 12 dicembre dalle 22 serata raccolta fondi per la lotta all’AIDS al Factory, in via Galvani, 51F.
Arcigay gia’ da tempo ha definito una propria strategia di prevenzione che include la promozione massiccia del test Hiv e che dal 2015 ha messo in campo, in collaborazione con Anddos, ilprogettoPROtest, finanziato dalla Chiesa Valdese – Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi con i fondi ad essa assegnati conl’8×1000. Si tratta di un progetto di monitoraggio e mappatura dell’offerta del test Hiv nei territori in cui Arcigay e’presente, di campaigning promozionale del test Hiv e di pilotaggio di iniziative o servizi di testing rapido direttamente e gratuitamente offerto dall’associazione alla comunita’ LGBTI.
Il primo dicembre e’ "una giornata che non puo’ e non deve passare inosservata – secondo Michele Breveglieri, responsabile Salute Arcigay – dato che in Italia i dati dell’Istituto superiore della Sanita’ raccontano i gravi effetti della mancanza di una strategia di prevenzione dell’HIV. Infatti, mentre l’incidenza dei contagi resta pressoche’ invariata negli anni, continua a crescere la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di Aids conclamato ignorando la propria sieropositivita’: erano il 20,5% nel 2006, mentre nel 2014 hanno raggiunto quota71,5%.
"I dati parlano di un sommerso non diagnosticato che non e’ piu’ sopportabile alle soglie del 2016 – ribadisce Breveglieri -. E’ una situazione che va urgentemente affrontata. Gli effetti benefici di una diagnosi precoce, e quindi poi della terapia, oggi sono ultra noti, sia per il benessere della persona, sia per la riduzione dell’infettivita’: non fare nulla per arrivare a quell’obiettivo di 90% di persone con HIV diagnosticate come aveva previsto da Unaids, l’agenzia dell’Onu sll’Hiv, per il 2014 e’ un delitto morale e una responsabilita’ politica ben precisa".
OSSESSIONE La Lila segnala che cresce il fenomeno dei "worried well", persone angosciate per comportamenti a rischio zero: dal bacio, alla masturbazione fino alla puntura di zanzara. Sono per l’85,68 uomini e 14,32 donne (RED.SOC.) ROMA – Il 6,86% delle 5703 chiamate che sono arrivate alservizio di counseling telefonico della Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids (Lila) tra il 30 settembre 2014 e il 30 settembre 2015 provengono da"worried well", ovvero persone il cui rischio di infezione e’ nullo ma che, ciononostante, nutrono una forte apprensione nei confronti dell’Hiv. Si tratta di un fenomeno in crescita (erano il 6,33% nel 2014) composto nell’85,68% da uomini e nel 14,32% da donne. Il rapporto 2015 dei centralini Lila, segnala che, secondo alcuni autori, la maggior parte di queste persone sono soggette a "pensieri perseveranti o ruminazioni, che sono altamente ansiogeni". Anche se "il contenuto di tali pensieri varia, ma la forma e’ per lo piu’ la stessa: la persona cerca di ricordare sistematicamente ogni dettaglio di ciascuna presunta o reale esposizione al rischio al fine di rassicurarsi sul fatto di non essere mai stato effettivamente esposto al virus".
In particolare, "le persone ossessionate dalla paura dell’Hiv cercano attivamente di ottenere informazioni sulla malattia da qualunque fonte" e "cercano continuamente e spasmodicamente conferme al fatto di non essere state contagiate e si sottopongono ripetutamente al test".
I "worried well", sottolinea Lila, fanno parte di un piu’ ampio gruppo di persone che tendono a preoccuparsi di aver contratto l’Hiv senza aver attuato comportamenti che determinano un effettivo rischio di trasmissione del virus. In particolare questi comportamenti erroneamente considerati a rischio sono: il rapporto orale ricevuto, la masturbazione ed il sesso vaginale protetto. "Ma esistono ancora paure del tutto immotivate – sottolinea il rapporto – come la puntura di zanzare, bere dallo stesso bicchiere o aver usato i fazzolettini forniti da una sex worker".
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