"Un cane rabbioso, un lupo selvaggio che attacca persone innocenti" e strappa ai bambini "le loro vite innocenti": non ha risparmiato immagini truci per descrivere Israele la guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, che ha accusato lo stato ebraico di commettere un "genocidio" nella Striscia di Gaza, di essere responsabile di una "catastrofe storica". Per rispondere alla quale, secondo il leader iraniano, intervenuto pubblicamente in occasione della festa di fine Ramadan (Eid el-Fitr), il mondo intero, e in particolare quello musulmano, deve contribuire ad "armare il popolo palestinese".
L’Iran khomeinista non riconosce Israele e sostiene in un sistema di alleanze politico-militari, Hamas, oltre che la Jihad Islamica e le milizie sciite di Hezbollah in Libano. Teheran non nasconde di aver fornito a Hamas e agli altri gruppi radicali della "resistenza" palestinese la tecnologia missilistica che ha consentito ai razzi balistici di varia tipologia partiti da Gaza di raggiungere citta’ israeliane distanti – Haifa ad esempio – come mai prima. Quindi Khamenei, che non e’ nuovo ai toni veementi contro Israele, ha ricordato che per il presidente Usa, Barack Obama, "qualunque soluzione a lungo termine del conflitto israelo-palestinese" deve necessariamente passare per il "disarmo dei gruppi terroristi e la smilitarizzazione di Gaza": "Il presidente Obama ha emesso una fatwa perche’ sia disarmata le resistenza palestinese, perche’ non possa rispondere piu’ ai crimini (di Israele). Noi invece sosteniamo esattamente il contrario: il mondo intero, in particolare quello islamico, deve armare per quanto puo’ il popolo palestinese", ha aggiunto la Guida suprema, accusando Usa e Unione europea di puntare alla smilitarizzazione di Gaza perche’ Israele "possa attaccare la Palestina e Gaza in qualunque momento senza che queste possano difendersi".
Eppure il popolo palestinese di Gaza, "assetato" e lasciato al buio in un piccolo territorio assediato, "resiste senza cedere" ed e’ un "esempio per tutti", ha aggiunto Khamenei. Colori foschi hanno connotato oggi anche il discorso del presidente iraniano, il "moderato" Hassan Rohani, che ha paragonato lo stato ebraico a un "tumore infetto" e assimilandolo a un’altra realta’ nemica: lo Stato islamico in Iraq e Siria: "L’altro tumore – ha detto Rohani – e’ quello che, nel nome dell’Islam, della religione e del califfato, massacra dei musulmani., ha detto, alludendo all’Isis.
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