Sono sempre i più vicini al leader a tradirlo. Fin dai tempi di Lucifero. Passando per Cesare e Bruto. Per arrivare ai giorni nostri. Silvio Berlusconi è stato tradito da Gianfranco Fini, suo numero due, per molti colui che avrebbe un giorno raccolto il testimone del Cavaliere. Poi da Angelino Alfano, che l’uomo di Arcore in persona aveva scelto come suo delfino. E Pierferdinando Casini, ve lo ricordate?
Succederà lo stesso con Raffaele Fitto? Anche lui un traditore, come viene ormai definito da molti simpatizzanti azzurri sui social del centrodestra, oppure è solo qualcuno che ha più coraggio degli altri e dice ciò che pensa liberamente, anche se questo infastidisce il capo? Vuole davvero scalare posizioni e conquistare spazi sempre più ampi – lui ha detto più volte di non volere alcun incarico, a dir la verità -, oppure desidera soltanto un partito più organizzato sul territorio, più vicino alla gente, più attaccato ai propri valori e alla propria identità, meno sdraiato nei confronti di una sinistra tutta chiacchiere e distintivo?
Non ho risposte certe. Nessuno di noi può averle. Solo il tempo potrà darcele. Tuttavia, ascolto le diverse posizioni all’interno di Forza Italia, leggo i commenti su Facebook (dove a quanto pare, almeno per ora, in molti stanno dalla parte di Silvio), i cinguettii su Twitter, post e articoli su siti web e blog, e mi accorgo che solo una cosa è sicura: il partito del Cavaliere è in totale confusione.
Nei sondaggi gli azzurri perdono colpi, mentre la Lega continua a crescere e aumenta sempre più il proprio distacco da Forza Italia. Berlusconi non sembra avere una linea definita, non si fa sentire e non prende posizione in maniera chiara, netta, rispetto al governo Renzi; ma neanche rispetto ai continui distinguo di Fitto. Che, da parte sua, continua a picchiare duro e insiste: così non va, dice, ci vuole una scossa, "noi siamo ricostruttori". Ricostruire, questo è quello che vorrebbe fare l’europarlamentare pugliese, che evidentemente, dalla sua posizione privilegiata all’interno di Fi, intorno a sé vede solo macerie.
La convocazione di una conferenza stampa alla Camera nello stesso momento in cui a palazzo Grazioli si svolgeva l’ufficio di presidenza di Forza Italia con Berlusconi, è servita a Fitto a sottolineare il proprio distacco, ma ha anche dato plasticamente l’idea, a chiunque, di un partito diviso. I quaranta parlamentari "ribelli" stanno lanciando un messaggio chiaro, ovvero che non scherzano affatto. Se Silvio non molla la presa, se continua a non voler cedere sui punti dirimenti – la rimozione dei "nominati" che hanno sbagliato sul patto del Nazareno e la scelta dal basso dei futuri dirigenti – le cose potrebbero avere conseguenze importanti per il destino di Forza Italia, perché le lacerazioni minano l’appetibilità dei partiti e li indeboliscono. E Berlusconi ha sempre raccomandato ai suoi la compattezza e l’unità.
Fitto fa sul serio, anche se non si capisce fino a dove è disposto a spingersi. Sì, insomma, cosa vuole fare da grande? Sarebbe pronto a sganciarsi dal partito per pensare magari a un nuovo progetto politico, se B non volesse raccogliere i suoi suggerimenti? Dove lo porterà questa sua battaglia?
Ho imparato che ogni battaglia, quando è portata avanti con coraggio e convinzione, è sempre e comunque sacrosanta. Ma ho visto anche tante persone bruciarsi le ali senza mai avere preso il volo davvero. E ho visto che in politica tanti Lucifero, angeli ribelli, hanno pagato con l’oblio la loro disobbedienza. Auguri a Fitto.
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