"Le mie dimissioni sono state respinte". Lo afferma Paola Basilone, già vicecapo della polizia e da tre mesi prefetto di Torino che, in una intervista alla Stampa, spiega la sua decisione presa dopo le polemiche per i disordini scoppiati in città per la rivolta dei Forconi: "Se il contributo che do con generosità per svolgere il mio incarico non è ritenuto sufficiente, me ne posso anche andare. Non sono legata a questa poltrona".
Afferma quindi di associarsi alla "indignazione" della città: "Ai cortei hanno partecipato anche brutti personaggi. Detto questo, però, dobbiamo anche fare un ragionamento. Non possiamo essere considerati incivili perché abbiamo consentito che una città sia finita sotto assedio, perché non stato così. La civiltà consiste nel consentire la libertà di manifestazione. Proviamo a guardare la situazione in un altro modo: subendo i disagi, ogni cittadino ha assorbito parte degli effetti della protesta. Anche se questo non è un risultato auspicabile né condivisibile".
E aggiunge: "Lunedì, ci siamo trovati davanti a una manifestazione formata da gruppi eterogenei. Sono passati dai tentativi di occupare le stazioni agli attacchi alle sedi istituzionali, Comune e Regione in particolare, passando per blocchi estemporanei a macchia di leopardo, fatti anche da piccolissimi gruppi che attaccavano e sparivano in pochi minuti. E tutto questo avveniva in città, ma anche in provincia, con incursioni su statali, autostrade e tangenziali. Con le forze a disposizione, era impossibile controllare la situazione" ma "oggi (ieri, ndr) sono arrivati altri 500 uomini e la questione è cambiata. E poi, mi dica: che cosa sarebbe accaduto se avessimo ‘caricato’ in mezzo alla gente, il primo giorno? Non avremmo innescato un’escalation peggiore? L’ordine pubblico non è una scienza esatta".
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