I genitori che fanno ricorso alla fondazione eterologa non potranno chiedere, al momento della fecondazione, quali sono le caratteristiche del donatore. Lo afferma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in una intervista al Fatto: "Non potranno sapere nulla se non che il donatore è sano. E quindi non potranno scegliere, come accade in altri Paesi, le caratteristiche genetiche del nascituro".
Quindi una coppia potrebbe avere un figlio di colore della pelle diverso senza essere avvertita: "E’ esattamente quello che potrebbe accadere. La scelta fatta nel decreto è di impedire la possibilità di selezionare il colore della pelle del donatore e quindi del nascituro. E’ una scelta di tipo etico che lascerei discutere al parlamento, anche se profila svolte eugenetiche".
Inoltre il ministro spiega il perché del limite di 10 figli per ciascun donatore: "Bisogna evitare che ci sia un numero eccessivo di figli dallo stesso donatore, riducendo così possibili unioni inconsapevoli fra nati da eterologa. C’è però un’eccezione per mettere a chi ha già un figlio nato dall’eterologa di scegliere il medesimo donatore per dare un fratellino al primogenito. Quindi 10 famiglie".
Lorenzin spiega anche che per le donatrici degli ovuli e i donatori del seme, le prime con un limite massimo fino a 35 anni e i secondi fino a 40, "non ci sarà alcuna forma di retribuzione. Ovviamente avranno diritto a permessi lavorativi e non dovranno supportare spese mediche per questa loro scelta. Il modello è la donazione di midollo osseo".
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