Sono tanti: curiosi, allegri, eccitati nonostante la notte passata in nave col mare forza otto. L’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, teatro nel 1986 del primo maxiprocesso alle cosche mafiose, e’ tutta loro. L’hanno tappezzata di disegni. Loro che, 21 anni, fa quando a Capaci il tritolo uccideva Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro, non erano nemmeno nati, la mafia la disegnano come uno squalo che divora i bambini o un’enorme piovra colorata. Immagini che traducono orrore e paura, ma non rassegnazione. Perche’ i 20 mila ragazzi arrivati da tutta Italia anche quest’anno per non dimenticare, alla violenza delle bombe mafiose rispondono col coraggio e con la fantasia.
‘Palermo e’ nostra e non di Cosa nostra’, gridano in corteo per la città’. E poi ballano e cantano, per nulla imbarazzati dalle tantissime personalita’ politiche, dai magistrati e dai rappresentanti delle istituzioni che siedono dove durante gli anni del maxi sedevano gli avvocati dei boss. Lo spazio agli interventi ufficiali quest’anno e’ ridotto al minimo: i tempi sono scanditi dalle domande degli studenti.
Brevi le risposte dei ministri dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, e della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. L’unico discorso istituzionale e’ quello del presidente del senato Piero Grasso, che fa anche un po’ gli onori di casa: da giovane giudice celebro’ nell’aula bunker, accanto al presidente Alfonso Giordano, il processo ai clan.
Le parole dell’ex magistrato suonano come un monito: ‘Ritengo inappropriato sostenere che proposte legislative di contrasto alla mafia, alla corruzione, al voto di scambio possano essere considerate divisive. L’unica divisione possibile nel contrasto alla corruzione e’ quella tra gli onesti e i corrotti’, dice tra gli applausi. E i ministri presenti lo ‘seguono’. ‘In questo Paese non ci sono piu’ cose di Destra o di Sinistra’, dice Nunzia De Girolamo. ‘Quando si parla di mafia non esistono divisioni, ma solo unita”, spiega, ‘bocciando’ sonoramente la proposta di legge di Luigi Compagna che prevedeva il dimezzamento delle pene per il reato di concorso in associazione mafiosa, ritirata dopo le polemiche. Sulla stessa linea il Guardasigilli: ‘Nulla che vada nella direzione della legalita’ – dice – puo’ essere ritenuto divisivo’. Valutazioni condivise anche dalla presidente della Camera Laura Boldrini che sfila nel pomeriggio in corteo con i ragazzi: ‘La politica deve essere unita perche’ il contrasto a Cosa nostra non ha un colore politico, deve essere come i diritti umani: senza bandiera’.
Tutti d’accordo anche sulla necessita’ di portare avanti senza esitazioni la guerra al crimine organizzato. Lo dice chiaramente il presidente del Consiglio Enrico Letta, a Palermo per la messa in suffragio delle vittime di Capaci. ‘Il premier parla di ‘un impegno senza quartiere nel contrasto alla mafia anche con nuove leggi’.
Nel giorno della memoria, insieme ai giovani che invadono Palermo, anche tanti magistrati: come Sergio Lari, il procuratore di Caltanissetta che, insieme ai suoi pm, un mese fa ha aggiunto l’ultimo segmento di verita’ alla ricostruzione della strage di Capaci. Otto persone, mai coinvolte nell’inchiesta sull’assassinio di Falcone, sono state arrestate. ‘E’ la prova che lo Stato ha continuato a indagare e non ha dimenticato’, dice.
La lunga maratona antimafia si conclude sotto l’albero Falcone, la grande magnolia piantata sotto la casa in cui viveva il magistrato, diventata ormai un luogo della memoria. Migliaia di studenti e tanti cittadini si ritrovano li’. Alle 17 e 58, l’ora della strage, suonano le note del Silenzio. Poi un lunghissimo applauso e la promessa che l’anno prossimo saranno tutti di nuovo a Palermo. Per non dimenticare.
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