La tradizione che risale al ’92, anno di fondazione di quella Nazionale, è stata rispettata. Neanche ieri, come in passato con Sacchi, Lippi e Donadoni, la Croazia ci ha ceduto, nonostante la folgorante partenza e il gol di Pirlo, con una punizione da manuale. Nulla è perduto, certo, ma il cammino ora è più in salita, dopo che, sempre ieri, le “furie rosse” di Del Bosque hanno travolto 4 a 0 gli irlandesi di Trapattoni.
La Spagna ha letteralmente annichilito l’Irlanda, insediandosi in testa al girone C, dominando dal primo all’ultimo minuto la partita ed andando in rete due volte con il contestato (dopo la partita con l’Italia) Torres ed una ciascuno con Silva e Fabregas. L’Italia, invece, ha accumulato errori a raffica, opaca in attacco e con la porta croata che sembra stregata. Dopo il gol su punizione, i nostri hanno continuato a sbagliare, con la Croazia, che pur imprecisa e approssimativa, guadagnava campo e ci provava anche da fuori. L’ultimo refolo di energia dei nostri è stato con Balotelli, che, prima di scomparire nel nulla, con una gran botta ha sfiorato la traversa.
Cassano ha giocato col cuore, ma mostrando ancora una volta di avere poca autonomia e poca lucidità, come quando ha sprecato malamente una bella percussione centrale di Pirlo, perdendo la palla.
Come nella partita con la Spagna, fuori Balotelli (uscito con una smorfia di disappunto) e dentro Di Natale, che però stavolta non ci ha fatto nessun regalo. E si arriva al 72’, con il traversone per Mandzukic sul quale Chiellini non è impeccabile, lasciando al croato il tempo di controllare la palla a pochi passi da Buffon e poi di infilarla sotto la traversa.
Un maledetto gol che potrebbe costarci l’Europeo e nei confronti del quale non sappiamo reagire, rendendo anzi i croati ancora più insidiosi. Sembra essere la stanchezza il problema principale degli azzurri e non solo in fase conclusiva. "Devi essere più cattivo, avere più determinazione quando si arriva in zona gol", ha commentato a caldo Prandelli, anticipando quello che probabilmente dirà agli azzurri in allenamento, in vista della partita decisiva di lunedì prossimo, 18 giugno, contro la Repubblica d’Irlanda.
Il nostro ct pensa che a livello tattico le scelte siano state buone, spiegando che "la partita è stata preparata con gli esterni che giocavano tra loro a centrocampo e i loro difensori, quindi molto alti – aggiungendo – abbiamo accettato di giocare centralmente quindi con le due punte e abbiamo fatto molto bene". Eppure, evidentemente, non è bastato per vincere.
Il ct non anticipa niente sullo schema da portare in campo contro l’Irlanda, ribadendo ancora una volta che il "problema è fisico" e che quindi "i cambi non saranno sicuramente tattici, per avere una squadra fresca fisicamente". Noi speriamo che così vengano anche le idee, capaci di trasformarsi in ciò che nel calcio è più importante: i gol.
In questi europei, sugli spalti, è ingombro di belle donne, alcune celebri, altre meno. E l’Italia sfoggia un campionario di mogli-compagne-amanti da primo premio. Ma guardando dagli schermi i loro volti, splendidi e perplessi, vengono in mente gli immortali versi di Omero: “Venne la veggente al Grande Regalo, fissando il ventre di legno del cavallo gonfio di greci in armi e parastinchi: dopo aver sussurrato una lenta nenia, Cassandra si rivolse ai guerrieri e ciascuno in quella voce udì il caro accento della donna lontana, oltre le amare vie del mare”.
Per ora l’unica certezza degli azzurri è che per avanzare al turno successivo servirà una vittoria contro gli irlandesi, con la consapevolezza, però, che potrebbe non bastare.
Discussione su questo articolo