La decadenza di Silvio Berlusconi, il prossimo 27 novembre, non si può votare in aula al Senato. Almeno, non se prima non verrà completata l’informativa sull’utilizzo della rete nel corso della seduta della Giunta delle elezioni e delle immunità dello scorso 4 ottobre. A chiederlo formalmente in una lettera indirizzata al presidente Pietro Grasso sono alcuni senatori di Forza Italia-Pdl, ma anche anche esponenti di Gal, Nuovo Centrodestra e Lega. Secondo i quali il Consiglio di Presidenza del 6 novembre è stato sospeso per mancanza del numero legale e non dunque ha portato a una votazione finale (obbligatoria per regolamento): dunque, il Consiglio va riconvocato per riprendere la questione entro il 27 novembre, prima cioè del voto in aula sulla decadenza di Silvio Berlusconi. E’ questa la richiesta formale fatta al presidente del Senato Pietro Grasso dai senatori di Forza Italia-Pdl, e firmata anche da esponenti di Gal, Nuovo Centrodestra e Lega. "Ci siamo rivolti a Grasso perché risolva questa questione prima del 27 – dice Elisabetta Alberti Casellati – perché da parte nostra alla seduta del 27 non si potrà procedere, sarà inficiata da una irregolarità e comunque da una opacità che non può essere nel tempio delle regole". La vicenda rimanda ancora alle presunte comunicazioni con l’esterno da parte di membri della Giunta in occasione della camera di consiglio, per regolamente rigorosamente segreta (su tutti il caso di Vito Crimi del M5S, autore di un post su Facebook proprio su Berlusconi).
Una presunzione, secondo Maurizio Gasparri, la stessa Casellati, Lucio Malan, Alessandra Mussolini, Antonio Gentile (passato ieri al nuovo gruppo Ncd), Lucio Barani (Gal)e i leghisti Roberto Calderoli e Giacomo Stucchi, che va assolutamente chiarita entro mercoledì prossimo. "Riteniamo che in Giunta delle elezioni sia stato violato l’obbligo della segretezza – spiega la Casellati in conferenza stampa – Lo stesso Grasso ha esibito un elenco delle comunicazioni, neanche esaustive, che ci sono state durante la camera di consiglio. Non si può ogni volta che si tratta di Berlusconi adottare delle posizioni contra-personam. Ci siamo rivolti a Grasso perché risolva questa questione prima del 27, perché da parte nostre la seduta del 27 non si potrà procedere". Intanto, la questione decadenza diventa anche un test del livello della spaccatura tra i nuovi forzisti, ancora fedeli a Berlusconi, e chi ha aderito al nuovo gruppo Nuovo Centrodestra. Tra questi, solo Antonio Gentile ha firmato la lettera per Grasso (che però era già stata resa nei giorni scorsi, prima della formalizzazione della scissione). Il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello difende sia il Cavaliere che la Cancellieri, ma spiega: "Noi siamo convinti che la decadenza di Berlusconi da senatore sia assolutamente ingiusta perché, ma non coniugare la battaglia di civiltà con l’interesse del Paese non serve all’Italia, non serve al centrodestra e non serve al presidente Berlusconi". Dalle parte di Berlusconi, a sorpresa, si schiera in qualche modo Matteo Renzi: "La liquidazione da 18mila euro in caso di decadenza? Se gli aspettano li avrà, è il regolamento del Senato…".
Discussione su questo articolo