Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, già magistrato, è stato condannato a un anno e 3 mesi per abuso d’ufficio a seguito di come ebbe a condurre l’inchiesta “Why not”, confusa ma pruriginosa mega-indagine su alcuni “vip”, grazie alla quale per mesi guadagnò la prima pagina dei giornali.
Una inchiesta finita poi per spegnersi in poco o nulla, per di più condotta (vista la condanna) con mezzi non del tutto trasparenti, ma che appunto permise una notorietà nazionale a de Magistris, tanto da farlo eleggere sindaco a Napoli con la lista Di Pietro in nome della “trasparenza”.
Non so se la condanna sia stata più o meno equa, certo colpisce che un ex magistrato si permetta di insultare i giudici che lo condannano con parole che se usate da una persona qualunque (e pensate se mai fosse stato un esponente del centro-destra!) avrebbero causato guai infiniti a chi si fosse permesso di dirle.
Interessante comunque che un magistrato capisca sulla propria pelle cosa significhi subire presunte angherie da giudici ex colleghi, e visto che lo stesso De Magistris non aveva la mano leggera con i “suoi” imputati, pensi a quale danno e a quanti dolori ingiusti lui stesso abbia causato per fatti poi apparsi più o meno inesistenti.
E’ proprio il caso di dire “Chi la fa, l’aspetti!”; ma si ripropone in tutta la sua evidenza l’assurdità di una “Giustizia-spettacolo” dove i pm spesso fanno i divi, ma abusando a volte del proprio ruolo.