Numero di passeggeri in transito in calo, l’aeroporto di Verona non decolla. I suoi conti sono in rosso, perde 20 milioni di euro all’anno. L’aeroporto Catullo vola molto basso, laddove prendono quota, s’impennano, le proposte per acquistarne consistenti quote di gestione. Mistero d’Italia, uno dei tanti. I principali operatori del settore sono pronti a presentare offerte da sballo: l’imprenditore Enrico Macchi, Corporacion America, Sacbo. Il numero dei potenziali acquirenti aumenta di ora in ora, scatenati dalla decisione dell’assemblea dei soci dell’aeroporto di Verona. Via libera alla trattativa in esclusiva con Save, società quotata in Borsa che gestisce gli aeroporti di Venezia Tessera e Treviso. Il terzo polo italiano dopo Linate-Malpensa e Fiumicino-Ciampino.
L’aeroporto di Verona è intitolato a Valerio Catullo, poeta latino nato a Sirmione, bella e fine località lacustre a quattro passi da Verona. Il fatto clamoroso è questo: l’aeroporto è in perdita, il movimento passeggeri al Catullo non arriva a un milione e mezzo l’anno, meno 11,2% nei primi mesi dell’anno. Verona è ultima in classifica nella graduatoria degli scali delle principali città d’Italia. Ottava e con i numeri tutti in rosso, ma non c’è in giro una società o un imprenditore che non stia smaniando dal desiderio di diventare socio dell’aeroporto.
855.435 passeggeri da gennaio a giugno per i transiti internazionali, 411.600 allo scalo nazionale. Numeri rossi che dovrebbero sconsigliare, a regola di bazzica, qualsiasi appetito imprenditoriale. Invece no. Enrico Macchi, finanziere e imprenditore, amministratore delegato di Save, ha presentato una offerta da 25 milioni per rilevare il 35% dell’aeroporto Catullo di Verona. La sua offerta sembrava irraggiungibile. Sembrava, fino a quando il giorno dopo, non si è presentata Corporacion America, che si è dichiarata intanto sorpresa dal fatto che la società dello scalo veronese “non abbia dato corso ad una gara pubblica per la ricerca di un socio industriale, ma di aver proceduto invece ad una trattativa privata”. L’obiezione è largamente condivisibile: ora bisogna convincere l’assemblea dei soci della società che gestisce lo scalo di Verona a trattare non soltanto in esclusiva con Save. Dietro a Corporacion America c’è un gruppo argentino. Il cartello è riconoscibile nella persona di Edoardo Eurnekian, chiacchierato imprenditore proprietario di giornali e televisioni. Eurnekian si è preso il controllo di tutti gli scali dell’Argentina, sfruttando l’ondata di privatizzazioni varata dall’allora presidente argentino Carlos Menem. L’imprenditore controlla anche gli aeroporti di Brasilia e Montevideo. Ora tenta l’atterraggio anche in Italia: già gestisce lo scalo di Trapani e di recente ha rilevato il controllo dell’aeroporto privato di Linate. In Italia vanno forte Fiumicino, Venezia e Bologna; accusano perdite di passeggeri Malpensa, Linate, Bergamo, Napoli Capodichino. A Fiumicino sono transitati 16.924.893 passeggeri nei primi sei mesi dell’anno. Corporacion America ha inviato una “manifestazione d’interesse”. Chiede ora di essere ammessa alla visione dei libri contabili della società che gestisce l’aeroporto di Verona per presentare la sua offerta. La stessa cosa intende fare Sacbo, che gestisce lo scalo di Bergamo- Orio al Serio, partecipata a sua volta al 31% dalla Sea, l’azienda che controlla gli scali di Milano. Sea è stata la prima a trattare l’alleanza con Verona Catullo, due anni fa.
Improvvisa palese esplosione d’interesse per l’aeroporto di Verona, non giustificabile dai numeri rossi dello scalo, è oggetto di spiegazioni da parte degli esperti. Alcune anche acrobatiche a corroborare l’ennesimo mistero d’Italia. Save progetta di dar vita a un polo che punta a portare, in pochi anni, il numero dei passeggeri a 20 milioni. Si tratterebbe di un autentico boom, che viene oggi sostenuto dal fatto che Verona si trova all’incrocio delle quattro regioni più ricche del nord e al centro di un nodo autostradale che collega la pianura Padana con la Germania. A due passi, il tracciato dell’Alta Velocità.
Bergamo si è lanciata perché Orio al Serio soffre la mancanza di spazio vitale: non può più espandersi. L’argentino Eurnekian intende approfittare delle privatizzazioni cui sono costretti i comuni che controllano la società di gestione. Verona è infatti controllata da enti pubblici. Dovendo poi considerare che la società dell’aeroporto Catullo ha dentro di sé anche lo scalo di Brescia-Ghedi, dedicato ai carghi. Un aeroporto che aspetta da anni di essere rilanciato. Chissà quanto dovrà aspettare ancora.
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