Paolo Becchi, giurista di riferimento del Movimento 5 stelle, con un intervento pubblicato sul blog di Beppe Grillo, torna ad attaccare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per la nomina dei quattro senatori a vita: “Il Capo dello Stato -questo e’ noto – non vuole le elezioni, non e’ disposto a sciogliere anticipatamente le Camere. E, per questo, egli ha appoggiato la soluzione Violante (rinvio alla Consulta) per salvare Berlusconi. Ma, visto che essa potrebbe non rivelarsi sufficiente, Napolitano ha preparato la contro-mossa: il controllo di 4 nuovi senatori. Con la fine degli equilibri politici della Prima Repubblica, il ruolo dei senatori a vita – ricorda Becchi – e’ cambiato, divenendo sempre piu’ politicamente decisivo per la formazione e la stabilita’ dei governi. In Senato pochi voti possono determinare l’esito di un voto di fiducia o l’approvazione di una legge non costituzionale. E’ gia’ successo". Dunque, “è sufficiente sedersi ad un tavolo e fare un po’ di calcoli per capire che un Letta-bis, per ottenere la maggioranza al Senato, avrebbe bisogno – fermi i voti del Pd e dei montiani – giusto di un altro po’ di senatori passati al di la’ dei ranghi (chiamatelo tradimento, compravendita, libero mandato, come volete), nonche’ proprio di altri 3 o 4 senatori. Che siano proprio i senatori a vita di nuova nomina? Napolitano, per la verita’, aveva gia’ dato prova di considerare la nomina dei senatori a vita uno strumento politico fondamentale: la nomina di Mario Monti, appena precedente la sua chiamata al governo, ne e’ stato un esempio evidente".
Secondo Becchi, “invece di fare nuovi senatori a vita, bisognava abolire questo istituto frutto di un residuo storico piu’ monarchico che repubblicano. Ma ormai viviamo sotto re Giorgio, e allora non ci resta che parlare di problemi come la ‘grazia’ o ‘i senatori a vita’. E cioe’ dei privilegi del monarca che sta pensando tutti i modi per salvare il suo governo. E questo Paese si sveglia ogni giorno sempre piu’ diviso tra senatori a vita e sudditi a vita".
Concludendo il suo intervento con un PS, Becchi osserva: "Un senatore a vita percepisce – comprese diaria, indennita’, rimborsi – all’incirca 13.000 euro netti al mese (211.502 Euro lordi all’anno). Quanto ci costera’ la senatrice Cattaneo? Ed ecco, allora, che in tempi di crisi, dove sono difficili da trovare finanze per la cassa integrazione, re Giorgio si scopre particolarmente magnanimo, scaricando sul bilancio dello Stato – e su di noi – quattro nuovi stipendi, non proprio ‘popolari’".
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