Chissa’ quale appellativo avrebbe inventato per lui Gianni Brera, il geniale e immaginifico aedo del pallone di cui domani ricorre il ventennale della scomparsa. Se Diego Maradona era Re Puma e Prestipedatore, dalla penna del grande padano sarebbe probabilmente uscita qualche definizione legata alla classe immensa, alla statura (fisica) non eccelsa, alla Pampa che ha dato i Natali a Lionel Andres Messi. Si’, perche’, al pari del Pibe de oro, il 25enne di Rosario di lontane origini italiane (un suo trisnonno emigro’ oltreoceano da Recanati), di classe ne ha da vendere, e’ sotto il metro e 70 e viene dall’Argentina. Ma, soprannomi a parte, per il fuoriclasse argentino vale senz’altro il detto ‘nemo propheta in patria’ (e in Nazionale).
Arrivato poco piu’ che bambino in Catalogna – dove il Barcellona, che ne aveva individuato il talento, gli assicurava le cure per rimediare a un’insufficiente crescita -, Messi ha scelto di legarsi sempre piu’ alla sua patria elettiva e di adozione, che gli ha dato fama, onori e ricchezza. E’ di oggi l’annuncio che la ‘Pulce’ restera’ al club blaugrana fino al giugno 2018, quando avra 31 anni. Il suo contratto, gia’ lungo, sarebbe scaduto nel 2016, ma evidentemente il Barca ha voluto sottrarlo alle brame dei tanti contendenti disposti a fare pazzie per accaparrarselo.
Una vita in blaugrana, insomma, un simbolo di fedelta’. Leo diventa sempre piu’ uno di quei giocatori-bandiera, come Sandro Mazzola per l’Inter, Francesco Totti per la Roma, Alessandro Del Piero (salvo appendice australiana) per la Juve. E in maglia blaugrana il fuoriclasse cresciuto e formatosi nella ‘Cantera’ ha battuto tanti record e compiuto grandi imprese. Solo per citarne alcune, e’ stato protagonista dell’affermazione del Barca in cinque campionati spagnoli (2005, 2006, 2009, 2010, 2011), tre Champions League (2006, 2009, 2011) e due Mondiali per club (2009 e 2011). A livello individuale, ha vinto il Pallone d’oro in tre edizioni consecutive (2009, 2010, 2011) e sembra avviato ad affermarsi anche nella quarta; in questo 2012 ha segnato 90 gol in un anno solare (e potrebbe fare di meglio, essendoci ancora un match di Liga da giocare), battendo il primato stabilito nel 1972 dal bomber tedesco Gerd Mueller (85); e’ stato due volte capocannoniere nel campionato spagnolo (nel 2011/12 addirittura 50 reti) e quattro volte in Champions (nella passata edizione, record di 14).
Mancino ma con un destro non disprezzabile, grande goleador e insieme assist-man, tiro e dribbling irresistibili (frutto anche della statura e del baricentro piu’ vicino al suolo, il ‘carrello basso’ di breriana memoria), Messi ha avuto decisamente minor successo in maglia biancoceleste: con la Seleccion ha vinto soltanto le Olimpiadi di Pechino 2008 e non ha mai davvero brillato. Ma, si sa, la ‘Pulce’ si identifica con il Barca e la Catalogna. Che continuera’ a incantare per altri cinque anni e mezzo (almeno). ‘Don’t cry for me, Argentina’, non piangere per me Argentina: io resto di qua dall’Oceano.
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