Tutto e’ pronto, per Francois Hollande si tratta della sfida piu’ ardua da quando e’ diventato presidente: vuole riuscire nella ‘mission impossible’ della Francia, quella di riconciliarsi con l’Algeria, lo scoglio storico sul quale si sono arenati i suoi predecessori. Per provare a riuscirci, nell’attesa visita di domani e dopodomani, Hollande imbarchera’ una maxidelegazione di 70 persone, fra le quali grandi imprenditori – Renault e Peugeot firmeranno accordi importanti – ma anche personaggi dello spettacolo. Ci sara’ Kad Merad – il comico di ‘Giu’ al Nord’ – a provare a strappare qualche sorriso e a sdrammatizzare l’atmosfera che non si e’ mai davvero normalizzata dopo 130 anni di dura colonizzazione. Conclusi, poi, con una guerra della quale i francesi negavano la realta’ fino a pochi anni fa. Dal 1975 con Giscard d’Estaing – il primo presidente francese a mettere piedi ad Algeri dopo l’indipendenza – tutti i capi dell’Eliseo hanno tentato l’impresa, senza mai riuscirci davvero. Spesso cominciando con buoni propositi, ma lasciando le relazioni a fine mandato piu’ o meno come le avevano trovate.
Ultimo in ordine di tempo, Nicolas Sarkozy, che dopo la visita ad Algeri e’ finito invischiato nella sua stessa politica di chiusura considerata anti-immigrati e anti-musulmani. Proprio i francesi di origine algerina hanno votato in massa per il presidente socialista, che ha piu’ di un motivo personale per riuscire nell’impresa.
Per molti, infatti, lui e’ Hollande ‘l’algerino’, visti i suoi continui viaggi in quel paese e i suoi numerosi stretti collaboratori che hanno quelle origini. Ed e’ ad Algeri che il giovane Hollande comincio’ la sua carriera, entrando all’ENA (la scuola di alta amministrazione) nel 1978 e andando a fare il suo stage di primo anno proprio all’ambasciata francese di Algeri.
Hollande scopri’ in quell’occasione i legami di amore-odio tra algerini e francesi e se ne ricordo’ 28 anni piu’ tardi, nel 2006, quando da segretario socialista ando’ con alcuni amici a visitare Algeri in barba all’allora presidente Jacques Chirac, che gli algerini ormai detestavano dopo il passaggio della legge che riconosceva ‘caratteristiche positive’ alla colonizzazione francese. Con lui, nel 2006, c’era anche Benjamin Stora, storico che sara’ imbarcato anche domani sul volo per Algeri con il folto seguito: ‘Nella societa’ algerina c’e’ una grande sete di verita’ – dice Stora – e oggi la gente non e’ soltanto concentrata sulla guerra d’Algeria, come i francesi, ma sulle modalita’ e la durata di 130 anni di colonizzazione’.
Nel viaggio di Hollande, ci saranno anche affari, e molti: fra i principali, Peugeot che ha inaugurato in queste ore una fabbrica nella banlieue di Algeri e nel cui malmesso capitale – si e’ detto giorni fa – potrebbe entrare l’Algeria. Renault firmera’ per la costruzione di un impianto ad Orano. Nella delegazione di Hollande, oltre a Merad (vero nome Kaddour Merad, nato a Sidi Bel Abbes), compaiono fra gli altri il regista Djamel Bensalah, la cantante cabila Djurdjura e il direttore d’orchestra Zahia Ziouani.
Discussione su questo articolo