Lasciamo lavorare Matteo Renzi prima di condannarlo o criticarlo a priori, oppure – all’opposto – esagerare in una sorta di neo-culto della personalità ,anche perché sia chiaro che d’ora in avanti non avrà più alibi. Detiene la maggioranza assoluta del partito e del parlamento dove – almeno alla Camera – può far imporre all’assemblea quello che vuole contando oltretutto su di un “premio di maggioranza” di 144 deputati in odore di scomunica (vista la sentenza della Corte Costituzionale), ma che per ora contano eccome.
Soprattutto Renzi ha un grande appeal verso l’opinione pubblica che va ben al di là delle simpatie per il PD e quindi ha in mano una grande occasione per cambiare l’Italia, il che è anche un grande rischio, ma giochi le sue carte e senza preconcetti vedremo cosa saprà fare. Con l’occasione (è l’unico consiglio che mi permetto di dargli) si dimetta magari da sindaco di Firenze perché mi sembra un po’ impossibile che possa conciliare due ruoli così diversi ed importanti.
Avrà poco tempo per trasformare in azioni concrete la grande volontà di rinnovamento che è stato capace di coagulare intorno a sé, ma gli vanno fatti con sincerità i migliori auguri perché l’Italia ha bisogno di politici nuovi e che siano anche trasparenti e capaci, di là dell’immagine sicuramente spigliata ed accattivante.
Cercasi piuttosto, disperatamente, un Renzi anche nel centro-destra che – nello stesso giorno del successo renziano – con FI ha lanciato i club “Forza Silvio” che a confronto mi paiono leggermente datati. Certo sorprende l’improvvisa convergenza Forza Italia – Grillo – Rifondazione Comunista per lanciare una pur doverosa riforma elettorale e poi far saltare il banco: l’Italia ha bisogno di tutto salvo che di nuove crisi politiche, ma non ci sono più alibi per Renzi e per tutto il Parlamento nel darci alla svelta un nuovo sistema elettorale che assicuri stabilità, certezze di maggioranza e poteri concreti da affidare ad un premier che deve essere davvero espressione della nazione.
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