Vivere anni di test periodici, con la spada di Damocle di un tumore che potrebbe arrivare da un momento all’altro, o autocondannarsi ad andare in menopausa a 40 anni con un intervento radicale come l’asportazione delle ovaie e delle tube. Angelina Jolie, a due anni dalla scelta di farsi asportare le ghiandole mammarie, ha scelto la seconda ipotesi.
L’attrice e’ tornata ad ‘aggiornare’ il pubblico sulle sue scelte in materia di salute annunciando dale pagine del New York Times il secondo intervento, quello appunto a ovaie e tube, per scongiurare il rischio di un tumore. La decisione, racconta Jolie, e’ stata presa dopo che una analisi del sangue ha rivelato alti livelli di alcuni marker infiammatori che potrebbero essere un primo segno della presenza di un tumore.
”Non e’ facile prendere queste decisioni – afferma – ma e’ possibile prendere il controllo e affrontare di petto qualunque problema di salute”.
Test successivi hanno poi escluso la presenza di tumori, ma il medico ha consigliato comunque all’attrice, che ha avuto la mamma, la nonna e una zia morte di tumore, un intervento preventivo.
”Mi sono detta di stare calma – rivela – e che non c’era motivo di pensare che non avrei visto i miei figli crescere o che non avrei conosciuto i miei nipoti”.
La variante genetica di cui la signora Pitt e’ portatrice, la Brca, e’ diffusa in circa il 5% della popolazione, e da’ un rischio di tumore al seno dell’87%. Dopo aver visto le altre persone malate nella sua famiglia Jolie, che ha sei figli di cui tre adottati e tre biologici, ha deciso per la doppia mastectomia, l’asportazione di entrambi i seni, annunciata sempre attraverso il giornale nel maggio del 2013. Lo scopo della diffusione pubblica, spiego’ all’epoca l’attrice, era anche di sensibilizzare le donne sul rischio, ed e’ stato pienamente raggiunto.
Del cosiddetto ‘effetto Jolie’, con una maggiore richiesta di test genetici e anche di mastectomie, hanno parlato diffusamente diversi studi scientifici, e diversi personaggi famosi hanno reso note le loro scelte in questo campo sulla scia dell’attrice. L’ultimo studio, pubblicato lo scorso settembre da Breast Cancer Research e svolto su 20 centri britannici, ha notato un aumento di 2,5 volte delle richieste di test. La vicenda Jolie ha prodotto anche una ‘versione’ maschile, con un dirigente d’azienda che ha annunciato pochi giorni dopo di essersi fatto togliere la prostata per lo stesso motivo.
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