"Il quadro dei cinque mesi della mia ricognizione ha visto il nostro Paese interessato da perturbazioni intensi, con 15 regioni colpite da fenomeni calamitosi che hanno riproposto dei temi costanti: è in dubbio che negli ultimi anni stiamo assistendo a una reiterazione di fenomeni estremi". Lo dice il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, intervenuto in Commissione Territorio e Ambiente al Senato, sulla situazione del dissesto idrogeologico in Italia.
Secondo Gabrielli "basti pensare che le due regioni più colpite, Emilia Romagna e Toscana, sono quelle che nel 2012 avevano chiesto lo stato di calamità riferito alla siccità, quindi situazioni dallo spettro estremo". Una considerazione che però non deve distogliere dal problema di fondo: se è vero che"percepiamo una estremizzazione dei fenomeni" è altrettanto fondamentale che "non sfuggire dalla considerazione che le regioni colpite sono a loro volta vittime di interventi non idonei: territori abusati, de-antropizzati, in cui si è costruito dove non si doveva, si è sanato e condonato, non sono stati predisposti servizi e sistemi fognari idonei – spiega Gabrielli – Questi territori vanno immancabilmente sott’acqua. Questi esiti molto spesso dipendono da come è stato gestito il territorio".
Un territorio che "vive una situazione di profonda sofferenza: è malato, l’attività manutentiva trascurata. Come si dice in medicina, un corpo sano può resistere anche una broncopolmonite, un corpo malato neanche a un raffreddore". Anche i troppi interventi e la burocrazia, secondo Gabrielli, hanno acuito i problemi: "Si dice che per fare un albero ci vuole un seme, e per toccarlo ci vogliono 8 autorizzazioni…". E poi ci sono i tagli, quelli economici. "I vari tagli che hanno colpito i comuni e gli enti imtermedi hanno fortemente indebolito l’attività manutentiva. Non migliore è la risposta in termini emergenziali . Dall’ottobre 2012 il governo ha riconosciuto 19 stati emergenziali, con un contributo di 470 milioni. L’attività ricognitiva delle Regioni parla di danni per 3,5 miliardi. Troppo spesso i soldi sono pochi, e anche troppo più spesso arrivano con inspportabile ritardo. Io credo che quantomeno il cittadino debba sapere quale sarà l’esito di una richiesta di ristoro di danno e oggi questo in molti casi non si verifica".
Discussione su questo articolo