Ogni giorno ci giungono notizie che ci frastornano e ci indignano. Sono gli orrori senza fine che si compiono in Medioriente e in Africa. Sono l’inazione e la sciagurata acquiescenza del nostro governo, di fronte all’invasione di cui siamo vittime. Sono certi raccapriccianti delitti, compiuti tra le mura di casa. Fatti che provocano il voltastomaco e un senso di rivolta e di impotenza, ma che a volte ci obbligano a pensare ad altro, per fare in modo che la mente abbia un respiro. In questa necessaria ricerca di un momento di evasione dalla realtà che ci attanaglia, ci vengono in aiuto la buona musica e tante letture.
Oggi, per staccare dalle disgrazie, pur restando nella cronaca, desideriamo commentare una notizia che è apparsa sui giornali, in tv e in internet. Si tratta dell’annuncio e del video di un non meglio precisato astronomo russo, che mostrerebbe un ufo mentre si muove sopra la superficie della Luna.
Raramente è stata pubblicata una panzana più grande, che oltretutto è stata presa in seria considerazione da tutti i media. Il video mostra la Luna, che appare quasi intera nell’immagine (che quindi è ripresa con un piccolo ingrandimento, dell’ordine di poche decine) e si vede un puntino luminoso che si muove in varie direzioni, sullo sfondo della Luna stessa. Orbene, nessuno ha fatto notare che, se l’oggetto fosse stato vicino alla superficie della Luna, facendo le proporzioni avrebbe dovuto avere un diametro di molte decine di chilometri! Ma non è tutto. Il puntino luminoso passa in pochi secondi dal bordo della Luna fino al suo centro, il che vorrebbe dire che viaggia a velocità incredibile, dell’ordine di molte centinaia di chilometri al secondo. Poi l’oggetto si arresta di colpo e cambia direzione, il che a quella velocità (dal momento che la legge di inerzia vale anche per gli ufo), comporterebbe la sua disintegrazione.
Occorre considerare che, da un punto di osservazione terrestre, neppure con i maggiori ingrandimenti possibili si possono distinguere sulla Luna oggetti della misura di un aeromobile. Vi siete mai chiesti perché, ai tempi degli sbarchi sulla Luna degli astronauti americani, dagli Usa non sia stato possibile seguirli con un telescopio? Eppure avevano a disposizione quello di Monte Palomar, certamente tuttora superiore a quello in dotazione al sedicente astronomo russo. Il che è molto semplice a spiegarsi. La Luna dista da noi circa 380.000 chilometri. Con un ingrandimento di mille volte (che all’incirca è quello massimo che si può raggiungere visualmente con un grande telescopio), la Luna appare come se fosse alla distanza di 380 chilometri, che corrispondono alla distanza tra Torino e Venezia. Credete voi che, da tale distanza, potreste individuare un oggetto di una decina di metri?
Tutto questo mi ha fatto tornare indietro nel tempo di sessant’anni, quando bambino comprai per posta il mio primo telescopio. Era un aggeggio di cartone, con un tripode di latta e una lente di pochi centimetri, che mio padre, con la sua arguzia toscana, chiamò subito “il bidone”.
Ricordo ancora quando, in quella lontana sera d’estate sul terrazzo di casa, attorniato dai familiari e da mio padre che rideva sotto i baffi, puntai per la prima volta quel trabiccolo verso la Luna, a quel tempo ancora nostro unico satellite. Con grande meraviglia ed emozione, potei scorgere per la prima volta i suoi crateri, e a un certo punto esclamai: “vedo qualcosa che si muove!”. Erano puntini luminosi, che entravano, ondeggiavano, e poi sparivano dal piccolo campo visivo. Mi ci volle poco per comprendere che non avevo scoperto navi spaziali (allora si leggevano i fumetti di Flash Gordon, ma io preferivo Topolino). Si trattava invece di falene, che svolazzavano intorno a un lampione, sopra al quale si stagliava bassa nel cielo la Luna. Le farfalline, entrando nella mira del bidone dalla distanza di un centinaio di metri, apparivano come puntini luminosi, proprio come quelli apparsi nel video in questione.
Ora se, come dicono, quel filmato viene dalla Russia ed è stato ripreso in agosto, è probabile che si trattasse proprio di falene. Ma forse non viene dalla Russia. E forse non è neppure stato ripreso in agosto. Comunque possiamo ammettere, in un certo senso, che sono effettivamente “oggetti volanti non identificati”. Non sappiamo se sono falene volanti non identificate, o pulviscoli non identificati del camino di una dacia, o bianchi allocchi della Siberia. Quel che sappiamo, e non me ne vogliano, è che sono allocchi coloro che, da bufala a panzana, si bevono notizie simili.
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