Fu un combattente dello sport, Nino Bibbia, morto all’eta’ di 91 anni. Ricordato come il primo italiano a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi invernali, Bibbia e’ stato soprattutto uno sportivo forte e coraggioso, antesignano di una disciplina difficilissima e pericolosa, roba per amanti del brivido prima ancora che nella neve. Lo skeleton si corre infatti su uno slittino, erede delle antiche slitte usate dagli indiani nordamericani. L’atleta si sdraia a faccia in avanti, e via in discesa. Percorsi mozzafiato a velocita’ da paura. Quello era il mondo di Bibbia, uomo semplice che amava la natura e le emozioni forti che solo la montagna e’ capace di dare. E ci si trovava cosi’ bene in quell’habitat, che non si limito’ a vincere episodicamente la prova olimpica ai Giochi disputati nel 1948 a St. Moritz, citta’ nella quale risiedeva.
Bibbia continuo’ a correre e a dominare nella sua specialita’, in una carriera esaltante, arrivando a mettere insieme oltre duecento vittorie sulla Cresta Run di St. Moritz, considerata la piu’ prestigiosa e pericolosa pista di skeleton al mondo.
Nato a Bianzone (So) il 15 marzo 1922, viveva a St. Moritz, in Svizzera, ma era italiano. Di mestiere faceva il fruttivendolo e non ha mai smesso di lavorare, nemmeno all’apice del successo, anzi e’ rimasto legatissimo al suo mondo fatto di cose semplici e di contatti umani, ed ha lavorato fino a tarda eta’. Si dedicava agli allenamenti nel tempo libero, e mai separo’ la normalita’ del quotidiano dagli impegni dell’atleta. Altri tempi. Scelse lo skeleton quasi per caso, volle provare come si scende con la slitta a faccia in avanti. Gli piacque molto; forza fisica, coraggio, senso dell’equilibrio, erano gli ingredienti di quella disciplina, e a lui non difettavano. Prima si era dilettato solo con il bob o con lo slittino.
Ai Giochi del 1948 partecipo’ a tre gare: bob a due, bob a quattro e skeleton, che esordiva nel programma olimpico proprio in quell’occasione. La gara di skeleton era in programma il 3 e il 4 febbraio sulla Cresta Run. Bibbia aveva iniziato a praticare questa specialita’ solo poche settimane prima. Anche per questo motivo quella vittoria assunse un valore ancora piu’ significativo. Nonostante la poca esperienza, al termine della prima giornata Bibbia riusci’ a stare con i migliori, ed era secondo, con l’americano John Heaton, che aveva vinto l’argento vent’anni prima ai Giochi del 1928; in testa il britannico John Crammond. Il giorno dopo, nelle tre discese restanti, l’italiano distanzio’ progressivamente gli avversari, segnando i migliori tempi, e aggiudicandosi quindi la medaglia d’oro. Bibbia fu tre volte campione del mondo di skeleton (1955, 1959 e 1965, a 43 anni). Era uno specialista anche nella velocita’ e ha rinnovato piu’ volte il record di discesa sulla Cresta Run.
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