Gli stranieri residenti in Italia all’1 gennaio 2015 sono 5 milioni 73 mila e rappresentano l’8,3% della popolazione residente totale. Rispetto al 1° gennaio 2014 si riscontra un incremento di 151 mila unità, con 207 mila unità aggiuntive per effetto delle migrazioni con l’estero e 66 mila unità aggiuntive per effetto della dinamica naturale (72 mila nati stranieri contro 6 mila decessi), 16 mila unità in meno per effetto delle poste migratorie interne e per altri motivi e, infine, 106 mila unità in meno per acquisizioni della cittadinanza italiana. E’ quanto emerge dalle stime dell’Istat per il 2014 degli indicatori demografici.
Il 59,5% della popolazione straniera risiede nel Nord, il 25,4% nel Centro, il 15,1% nel Mezzogiorno. Nel Centro-nord l’incidenza di stranieri sulla popolazione complessiva supera ampiamente il 10%, con un massimo del 12,2% in Emilia-Romagna; viceversa nel Mezzogiorno la quota scende al 3,7%, con un minimo del 2,7% in Sardegna. All’aumento della popolazione straniera si contrappone, come ormai accade regolarmente da un decennio, una riduzione della popolazione di cittadinanza italiana, scesa a 55,7 milioni di residenti all’1 gennaio 2015.
La perdita netta rispetto all’anno precedente è pari a 125 mila residenti. Per i cittadini italiani risultano negative le poste demografiche relative al saldo naturale (-153 mila unità), al saldo migratorio netto con l’estero (-65 mila) e le poste migratorie interne e per altri motivi (-13 mila). Compensano parzialmente tali diminuzioni le acquisizioni della cittadinanza italiana (106 mila).
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