Netta sforbiciata al numero delle Regioni. Lo chiede Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, in una intervista a Repubblica. Un percorso da avviare senza bisogno di nuove leggi: "Da presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino ne ha già parlato al governo – sottolinea -. Le circoscrizioni regionali furono definite in un’altra era, quando la società era ancora molto agricola e non esisteva il mercato unico europeo. I confini regionali non corrispondono più necessariamente ad ambiti ottimali per il buon governo: quasi 70 anni dopo che sono stati disegnati e dopo 40 anni di funzionamento, si può pensare a rivedere lo stato di cose".
Secondo Zingaretti "le Regioni possono iniziare subito a mettere insieme alcune attività, in modo da ridurre i costi e alzare la qualità dei servizi. Poi si potrà pensare realisticamente a ridurre il numero delle Regioni stesse per arrivare a ambiti più ampi". E indica i compiti che andrebbero messi in comune. "L’attività di zooprofilassi lo è già e dimostra che si può fare. Ci si può arrivare su alcuni servizi sanitari, anche attraverso la specializzazione di centri di eccellenza facilmente raggiungibili. La protezione civile, la tutela dal rischio idrogeologico, i trasporti, le agenzie regionali per l’ambiente. E naturalmente anche certi enti e società partecipate. Le istituzioni regionali devono avere la lungimiranza di perdere qualche pezzo di ciò che per alcuni continua ad essere un potere, anche elettorale, a vantaggio dell’efficienza per i cittadini e le imprese".
"Non dobbiamo commettere l’errore, emerso sulle Province – avverte -, di affidarsi agli slogan o ai colpi di mano solo nell’idea di tagliare lo Stato per risparmiare. Queste riforme vanno fatte con l’obiettivo riorganizzare lo Stato, ma per farlo funzionare meglio. Come la vedo io, un’autoriforma delle Regioni mira anche a fornire servizi di qualità ai cittadini mettendo m comune certe funzioni di governo. C’è molto di concreto che si può già fare senza fare nuove leggi".
E sui possibili risparmi sottolinea: "Dopo che ho letto la sciocchezza che abolendo le Province si sarebbero avuti 13 miliardi di spesa in meno, ho gettato la spugna. Il punto è smettere di pensare che lo Stato sia una bad company irriformabile. Non dobbiamo chiudere e smantellare le strutture, ma accettare la sfida dell’autoriforma. Con le risorse disponibili, a maggior ragione dopo gli ultimi tagli alle Regioni, gli apparati non tengono più".
E, sullo sfondo dell’inchiesta di Mafia Capitale, sottolinea: "Esistono misure che si possono prendere subito per togliere ossigeno alla corruzione. Vanno ridotte drasticamente le centrali appaltanti. Vanno semplificate le procedure e i cosiddetti pareri di competenza e serve trasparenza totale, consultabile su Internet, su ogni gara d’appalto e chi le vince. La complessità dei processi amministrativi è il brodo della corruzione, dunque è importante che si sappia sempre chi esattamente fa cosa". E conclude: "Dobbiamo andare verso un modello nel quale ciascun livello di governo abbia competenze esclusive su dati settori o funzioni, in modo che tutto sia più veloce e le responsabilità siano chiare. Non si può decidere sempre tutto a un tavolo di 24, con 24 diritti di veto . Meno ancora oggi che Bruxelles individua nelle città e nelle Regioni di tutta Europa, non solo nei governi, degli interlocutori diretti".
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