Il sogno di Marianna e Laura di raggiungere la vetta del Monte Bianco era a portata di mano, ma e’ stato cancellato in pochi secondi. Neanche il tempo di rendersi conto di cio’ che stava accadendo e le due alpiniste piemontesi Marianna Conti, 37 anni, residente a Pallanzeno, e Laura Frisa, 41 anni, di Omegna sono state travolte e uccise alle 3.30 di oggi da una valanga ai piedi del Mont Tacul, sulla via normale francese. Erano legate in cordata con la loro guida di Courmayeur Giorgio Passino, 51 anni, un fuoriclasse dell’alpinismo. L’uomo e’ riuscito a galleggiare sulla neve e si e’ salvato. Si trova ora in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Annecy, in Alta Savoia.
Altre tre persone sono state lambite dalla lingua bianca, ma si sono salvate da sole e sono rientrate a valle.
I tre italiani, assieme a una quarantina di altre persone, stavano salendo verso i 4.810 metri del tetto d’Europa. Erano partiti un’ora e mezza prima dal rifugio Les Cosmiques, a quota 3.613. Mentre stavano attraversando il ripido pendio del Tacul un enorme masso di ghiaccio si e’ staccato a 3.900 metri ed e’ piombato sulla neve innescando la slavina che li ha portati via. L’allarme e’ scattato subito, ma i soccorsi della gendarmeria di Chamonix sono riusciti ad arrivare solo qualche ora dopo, quando le condizioni meteorologiche hanno consentito all’elicottero di decollare e di trasportare una trentina di persone. I corpi delle due donne, poi ricomposti nella camera mortuaria di Chamonix, sono stati ritrovati 400 metri sotto l’itinerario di salita, incastrati tra i crepacci del ghiaccio.
Difficili le operazioni di recupero per il pericolo di nuove cadute di ghiaccio. Passino era invece sdraiato sulla neve in grave stato di ipotermia: il termometro del medico segnava 24 gradi, 13 in meno rispetto al normale. Meno preoccupanti la frattura alla tibia e il trauma al bacino. Si e’ deciso immediatamente il suo trasporto alla clinica di Annecy, specializzata in medicina di montagna, dove gli e’ stata somministrata una particolare terapia di riscaldamento, attraverso la circolazione extracorporea, per riportare lentamente il suo corpo ai 37 gradi naturali; in serata aveva gia’ raggiunto i 34.
La storia della via alpinistica dei ‘trois Mont Blanc’ (una delle quattro ‘normali’), scelta oggi dai tre italiani, e’ legata a una lunga serie di tragedie: solo l’anno scorso nella parte piu’ alta, sotto il Mont Maudit, morirono 9 persone e nell’agosto del 2008, fatalmente nello stesso luogo e alla stessa ora di oggi, furono otto gli alpinisti spazzati da una valanga gemella. Un’ennesima tragedia su un percorso maledetto che, secondo il direttore del soccorso alpino valdostano, Alessandro Cortinovis, e’ stata ””solo una tragica fatalita”’. Le alpiniste coinvolte erano esperte di alta quota ed erano accompagnate da uno dei migliori professionisti del comprensorio: ”Tutte le condizioni erano perfette per la salita: la neve era caduta gia’ da una settimana, la temperatura non era elevata e l’ora della partenza era quella giusta”, ribadisce Cortinovis. E aggiunge: ‘In montagna c’e’ un margine di rischio che non puo’ essere eliminato”.
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