L’Ue protesta con gli Usa sul caso ‘datagate’ ma poi si muove in ordine sparso nella scia di Francia e Germania, rinvia i prossimi passi sull’Unione bancaria a dopo la formazione del governo tedesco e pero’ accoglie le richieste dell’Italia e dei suoi alleati per imprimere una svolta alla politica europea in materia di immigrazione dopo la tragedia di Lampedusa. E’ un bilancio con molte ombre, ma anche qualche luce, quello del Consiglio Europeo che, convocato per discutere di agenda digitale, e’ poi stato praticamente monopolizzato delle notizie sulle attivita’ di spionaggio Usa ai danni degli alleati Ue. Un risultato emblematico delle attuali condizioni di salute dell’Europa che, pur in vista di una possibile, probabile ripresa economica dopo anni di crisi profonda, continua a procedere con grandi difficolta’ stretta tra spinte populiste, scarsita’ di risorse economiche, complesse geometrie politiche e i ‘soliti’ problemi con il premier britannico David Cameron. Che anche stavolta ha cercato di difendersi attaccando. Cioe’ presentando ai partner un programma ultraliberista di riforme economico-sociali talmente audace da rasentare la provocazione.
In questo contesto, l’Italia e’ riuscita comunque a incassare, sul fronte dell’immigrazione, un ‘bonus’ grazie all’inteso lavoro diplomatico che ha visto il presidente del Consiglio Enrico Letta e il ministro degli affari europei Enzo Moavero tessere la tela di una cruciale alleanza con Francia, Spagna, Grecia, Malta, Cipro e Bulgaria. Uno schieramento compatto che ha superato la quasi proverbiale riluttanza dei Paesi nordici a parlare di questo tema e di condivisione di responsabilita’. Ottenendo l’impegno di mettere sul tavolo del vertice Ue di dicembre azioni concrete, il massimo a cui si potesse puntare. Cio’ detto, ed escludendo l”outsider’ Cameron, e’ stata ancora una volta la coppia franco-tedesca formata Angela Merkel e Francois Hollande a dare impulso all’azione Ue. Stavolta promuovendo un’azione comune nei confronti degli Stati Uniti per fare chiarezza sul ‘datagate’ e soprattutto per stabilire con Washington entro l’anno nuove regole – una sorta di codice di buona condotta – per evitare nuovi scandali. Un’iniziativa ‘aperta’ alla partecipazione degli altri partner Ue, i quali, al di la’ delle pubbliche proteste, sono ben attenti a non guastare i rapporti con un alleato fondamentale come gli Usa. Ma Hollande scompare poi dalla scena quando si passa a discutere di banche e questioni economiche.
La cancelliera tedesca, durante il vertice, e’ infatti stata al centro dell’attenzione insistendo molto sulla volonta’ di introdurre nuovi strumenti di controllo sui conti pubblici dei Paesi partner in cambio di un’apertura sul meccanismo di risoluzione, cioe’ di liquidazione, delle banche in crisi. Un passo fondamentale per il completamento dell’Unione bancaria che si spera si possa compiere entro aprile, ovvero prima dello stop all’attivita’ del Parlamento Ue che precedera’ le elezioni fissate per fine maggio. Un appuntamento che, ad appena un mese di distanza dall’avvio del semestre di presidenza italiana dell’Ue, segnera’ l’apertura della stagione del rinnovo delle istituzioni europee. Riguardo alla quale Merkel – esponente di primo piano del Ppe – oggi ha detto la sua sottolineando di non vedere alcun "automatismo tra il numero dei voti" che i partiti europei e i loro capolista riceveranno alle prossime elezioni europee "e le nomine che devono essere fatte" tra un anno per presidente della Commissione Ue, Consiglio e Alto rappresentante. Con buona pace degli atri gruppi – socialisti, liberali, verdi – che hanno gia’ annunciato lo svolgimento di primarie per la scelta dei loro candidati alla guida della Commissione Ue.
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