"Sembra un film, il copione e’ pessimo, la sala e’ vuota. La sceneggiata Renzi-Marino sta tutta in un articolo scritto per Il Messaggero di oggi e nel non detto pubblicamente dal Premier". Lo scrive sulla sua pagina Facebook Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra.
"Una volta c’era Veltroni col suo ‘ma anche’ per unire il rosso e il nero, la bella e la bestia, il dritto e il rovescio. Ora c’e’ Renzi che sostiene non voglio il sindaco ma neanche buttarlo giu’. E cosi’ oggi Marino dovrebbe varare la nuova giunta – prosegue Storace -. Modello monocolore Pd come dovrebbe piacere a Renzi perche’ Sel rotola per le scale del Campidoglio. Ma senza neanche un renziano, che rifiutano sdegnati. Renzi offre a Marino la protezione – nuova, rinnovata, usato sicuro – di Zingaretti, che pero’ Sel se la tiene stretta in Giunta”.
“Renzi chiede di interrompere le manovre di piccolo cabotaggio. Se uno pensa a come e’ arrivato a Palazzo Chigi diventa ovvio chiedersi che cosa cerca. Ma e’ piu’ importante quello che vogliamo noi, cioe’ quelli che con Marino non vogliono avere piu’ niente a che fare: 1) i consiglieri comunali del centrodestra hanno i numeri per non far passare l’assestamento di bilancio entro venerdi’ prossimo; poi arrivi pure la diffida del prefetto e vediamo se il Pd trova a ferragosto i voti per approvarlo; meglio lo scioglimento per i conti che per mafia; 2) darsi un tempo minimo di riflessione e decidere. Le ferie d’agosto sono il tempo giusto per ragionare sulla scelta migliore: serve una figura competente e pulita, che segni discontinuita’ con i metodi da basso impero che hanno caratterizzato troppe amministrazioni. Posso azzardare? Un Petroselli di destra. Che poi somigliava a un Buontempo di sinistra. 3) mobilitare quella citta’ che non vuole piu’ questa gente e spingerla a candidarsi, e persino a rappresentare la battaglia anche nei seggi elettorali, raggiungere quel milione e mezzo di romani che non vuole saperne di recarsi alle urne. Dimostrare credibilita’. Non servono veti partitocratici: chi ha fatto pratica di consociazione stia fermo un giro", conclude Storace.
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