La volata finale alla sua campagna, come candidato di Convergencia i Unio (CiU) alla presidenza, e’ stata il bagno di folla nella selva di bandiere catalane al meeting di chiusura al Palau Sant Jordi, in altra epoca simbolo del baluardo socialista: il presidente Artur Mas si gioca il suo futuro politico con quello della Catalogna, nelle elezioni di domenica per rinnovare il Parlamento della Regione.
Oltre 5,4 milioni di catalani sono chiamati alle urne per eleggere 135 deputati, in un clima avvelenato dalla guerra del ‘dossier’ fantasma sui presunti conti in Svizzera dei leader di CiU. Dovranno pronunciarsi sulla sfida di Mas, che aspira alla vittoria, per indire un referendum sull’indipendenza, che ha finito con l’oscurare la crisi. Ancora oggi il candidato di CiU ha risaltato il carattere storico delle elezioni, come ultimo tentativo per mobilitare quel 20% di indecisi il cui voto, secondo il Centro di Ricerche Sociologiche (Cis), sarebbe cruciale.
Toni solenni, impiegati dal presidente della Generalitat anche per l’ultimo comizio, tenuto nel mercato del Born, simbolo della caduta di Barcellona davanti alle truppe borboniche nel 1714. ‘Il simbolo della resistenza eroica del popolo catalano in difesa delle sue liberta’ – ha sottolineato Mas – e’ immagine della costanza e dello sforzo lungo la storia per garantire l’identita’, l’autogoverno, le liberta’ a la giustizia sociale di questo Paese’. Mas e’ tornato a chiedere ‘una maggioranza eccezionale’ per avallare la sua sfida secessionista.
Secondo i sondaggi dei quotidiani spagnoli, CiU vincerebbe le elezioni, restando pero’ lontana dalla maggioranza assoluta, conquistando fra 62 e 65 seggi, rispetto ai 68 necessari per governare in solitario. Il partito indipendentista di sinistra Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) concorrerebbe con il Partito Popolare (Pp) per il secondo posto.
Erc e il Pp, che si oppone frontalmente alla sovranita’ catalana, si attesterebbero sui 16-17 scranni. E il Partito socialista catalano (Psc), che propone una riforma costituzionale del sistema delle autonomie in senso federalista, registrerebbe una debacle, perdendo fra i 12 e i 13 deputati dei 28 ottenuti due anni fa. Gli eco-comunisti di Iniciativa Catalunya Verd (Icv), a loro volta favorevoli a una consultazione sulla sovranita’ della Catalogna, si attesterebbero come quinto partito, con 12-13 deputati. Pieno di voti anche per Ciutadans, che raddoppierebbe da 3 a 6 i seggi, mentre resterebbe fuori dal Parliament il partito indipendentista dell’ex presidente del Barcelona F.C. Joan Laporta.
Mas ha gia’ anticipato che, se la sua formazione otterra’ meno dei 62 seggi attuali, ne uscira’ ‘indebolito’ il progetto indipendentista. Ma conta sulla crescita dell’ampio fronte a favore della sovranita’, che dovrebbe essere sancito dalle urne. Secondo l’Istituto di opinione della Generalitat, che ha sondato i catalani sul progetto indipendentista, il 44,3% si dichiara a favore, il che equivale a un aumento di 10 punti rispetto a un sondaggio di giugno.
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