‘Guerra civile’: il pericolo piu’ volte evocato e’ diventato realta’ in Siria, secondo un alto responsabile dell’Onu. E tra gli orrori di questa guerra le Nazioni Unite denunciano in un rapporto le atrocita’ commesse contro i bambini, affermando che vengono uccisi, incarcerati e torturati, sono vittime di violenza sessuale e addirittura utilizzati come scudi umani. A giustificare il giudizio su un conflitto fratricida in atto, espresso oggi dal capo delle operazioni per il mantenimento della pace, Herve’ Ladsous, sono i bombardamenti governativi che si vanno intensificando su alcuni caposaldi dell’Esercito libero siriano (Els). Una situazione di cui fanno le spese anche gli osservatori dell’Onu sul terreno. Alcuni di loro si sono trovati oggi per la seconda volta in pochi giorni sotto i colpi d’arma da fuoco sparati da persone non identificate, mentre si ritiravano dopo aver cercato inutilmente di raggiungere la citta’ di Haffa, nella provincia di Lattakia, assediata e bombardata da una settimana dall’esercito regolare.
In un rapporto sulla situazione dei bambini nelle aree di conflitto, l’Onu ha affermato tra l’altro che decine di piccoli siriani di eta’ compresa tra gli 8 e i 13 anni, allontanati con la forza dalle loro case, sono stati utilizzati come scudi umani davanti ai finestrini dei convogli di soldati appartenenti alle forze di Damasco. Ma le Nazioni Unite puntano il dito anche contro i ribelli, affermando che, secondo segnalazioni credibili, hanno reclutato e utilizzato nei combattimenti numerosi bambini. ‘Il governo siriano – ha detto Ladsous – ha perso il controllo di gran parte del territorio e di numerose citta’, ora in mano all’opposizione’. E cerca di riprenderlo con i bombardamenti. Secondo i Comitati locali di coordinamento dell’opposizione, almeno 45 persone sono morte oggi sotto i colpi dell’artiglieria del presidente Bashar al Assad. Oltre alla citta’ di Haffa sono state presi di mira Homs e alcuni villaggi nelle province di Deir Ezzor, Daraa e Aleppo. In quest’ultima regione, nel villaggio di Andan, sarebbero rimasti uccisi sei membri di una famiglia, tra cui un bambino di due mesi. Da Homs un medico ha lanciato attraverso la televisione Al Jazira un drammatico appello. ‘Vi prego, aiutateci, impedite un massacro’, ha detto il dottor Aba al Baraa.
Secondo un’altra fonte dell’opposizione, l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), anche 12 soldati governativi sono morti in varie province. Mentre il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi ha chiesto all’opposizione di unirsi durante una telefonata al nuovo presidente del Consiglio nazionale siriano (Cns), Abdel Basset Sieda, l’inviato dell’Onu Kofi Annan ha auspicato che si riunisca presto un ‘gruppo di contatto’ per cercare di applicare il suo piano di pace. Organismo che pero’ non e’ stato ancora creato, con la comunita’ internazionale divisa sui Paesi che dovrebbero farne parte.
Intanto si torna a parlare del massacro di circa 110 civili, tra cui decine di bambini, avvenuto a Hula il 25 maggio, di cui l’opposizione ha accusato le forze governative. Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung cita alcuni testimoni secondo i quali responsabili dell’eccidio sarebbero in realta’ milizie ribelli perche’ la maggioranza delle vittime sarebbe costituita da sciiti alawiti, la minoranza di cui fanno parte Assad e il suo clan.
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