Escort, affari poco trasparenti, contributi a giornali inesistenti – soldi degli italiani che pagano le tasse -, squillo su auto e voli blu, cocaina, party e festini. In Italia di politica non si parla più: al centro dell’attenzione dei media ci sono da giorni le intercettazioni relative al caso Tarantini. L’ex imprenditore pugliese parla con Silvio Berlusconi di donne, di orge, di showgirl famose e di come convincerle ad essere docili e disponibili con l’Imperatore. Quella di Berlusconi, agli occhi di chi legge, sembra una malattia. Lo è davvero?
Il presidente del Consiglio – lo ha dichiarato pubblicamente – non gioca d’azzardo, non fuma, non balla, non si droga. Alla sua età, ormai 75 anni, gli è rimasta solo una cosa: la "patonza", come la chiama lui in una conversazione telefonica con Giampy ("la patonza deve girare"). Che male c’è? Nessuno. Scopare non è un reato, per fortuna non ancora almeno; se poi si tratta di belle ragazze, a Silvio c’è solo da fare i complimenti. Eppure la cosa disturba l’italiano medio: ma come, in Italia c’è la crisi, e il nostro premier va a puttane? C’è un Paese da governare e il capo del Governo pensa a festeggiare in casa sua con amici e "olgettine"? Comprensibile che i sentimenti degli italiani siano nella maggior parte dei casi di condanna. Ma Berlusconi non è un robot, e anche lui ha diritto a staccare la spina, giusto? Giusto. Certo però che se il premier comincia a preferire il lettone di Putin ad appuntamenti istituzionali, allora lì si comincia a storcere il naso sul serio; lì, anche chi è berlusconiano fino alla morte, comincia a dire "aspetta però, questo è troppo".
Il privato diventa pubblico, nel caso del presidente del Consiglio? Sì, è così. Ed è lo stesso Berlusconi ad aver scelto questo modo di porsi agli italiani, con i suoi libri, con le fotografie della sua famiglia, con le sue interviste nelle quali ci ha più volte raccontato tanti aspetti della sua vita privata. Certo, le intercettazioni sono un’altra cosa: soprattutto, quelle che fanno riferimento a fatti che non interessano la vita pubblica di un Paese. Ma se il privato è pubblico, allora tutto ci interessa, sentenziano alcuni. Va bene. Ma dov’è il reato nell’andare con delle belle ragazze? Noi non riusciamo a vederlo.
"Berlusconi? He’s a nice guy!", mi dicevano amici americani nei miei viaggi all’estero. Lo invidiavano, lo ammiravano, "io farei lo stesso", ammettevano. I ricchi al mondo ci sono sempre stati; e i ricchissimi, quelli più ricchi dei ricchi, hanno sempre comandato. Non c’è da stupirsi se alcune ragazze erano pronte ad andare a letto con Silvio in men che non si dica: dov’è la novità? Storie vecchie di millenni. Ma su questa storia l’opposizione, inutile dire di no, costruisce la spallata al capo del Governo: buttiamolo giù, buttiamolo giù, continuano a ripetere in coro Bersani, Di Pietro, Fini e Casini, mandiamolo a casa, se ne deve andare. La crisi? E’ colpa sua. Il declassamento dell’Italia da parte di S&P? Colpa sua. L’Italia non decolla? E’ tutta colpa di Berlusconi. Ormai il metodo è chiarissimo: vero o no, accusiamo il Caimano di essere la causa di tutti i mali, prima o poi riusciremo a convincere gli italiani che allora gli volteranno le spalle. Il guaio è, per Bersani e compagnia, che il Cavaliere ha dimostrato di avere un pelo sullo stomaco grande così. Silvio non si stanca di ripetere che lui non molla, che va avanti, che il governo arriverà al 2013, che ha la maggioranza in Parlamento e che la maggioranza degli italiani sta dalla sua parte. Certo è che in Parlamento la maggioranza c’è; ma gli italiani sono davvero con Berlusconi? La gran parte degli italiani sarebbe disposta a votare un’altra volta centrodestra alle prossime elezioni se fosse ancora lui a proporsi? I sondaggi dicono di no. Ma i sondaggi misurano solo delle sensazioni, sensazioni che possono cambiare da un giorno all’altro quando si entra in campagna elettorale per davvero. Berlusconi è sempre stato bravo a stupire con i suoi colpi di scena, ma repetita non sempre iuvant e del resto la nomina di Alfano ha tutto il sapore del passaggio del testimone. A nostro parere, il Cavaliere vuole finire la legislatura ma è stanco della politica. Gli servirebbero effetti speciali di quinta generazione per poter convincere sulla sua persona alle prossime Politiche, se non altro per i limiti d’età. Il tempo ci darà le risposte.
Oggi, Silvio Berlusconi, pur avendo tanta gente intorno a sè disposta a sostenerlo, pur essendo circondato da collaboratori più o meno validi, è sostanzialmente un uomo solo. Un piccolo grande uomo a cui ormai non è concesso nemmeno più trombare. E forse, conoscendolo, è proprio questo ciò che gli dà più fastidio. Voi che dite?
Discussione su questo articolo