Nei giorni scorsi lo aveva ripetuto durante un vertice del partito: "il PdL non funziona più, e’ tutto da rifare". Quel PdL che e’ stato agganciato ormai dal Movimento 5 Stelle se si guarda ai risultati dei sondaggi sulle intenzioni di voto. Entrambe le forze politiche si aggirano infatti intorno al 18%. Il Pd vola alto, oltre il 26%, mentre Futuro e Liberta’, pur essendo cresciuto dopo la maratona televisiva di Gianfranco Fini, resta piccolo piccolo, e non arriva nemmeno al 3%. Udc e Lega poco sopra il 6%, Idv e Sel fra il 4,7 e il 5,5%. Insomma, la vera sfida e’ sempre fra PdL e Pd. Anzi no: ormai Beppe Grillo gioca da protagonista. Il giullare genovese lo ripete come un mantra: "ci vediamo in Parlamento"…
Cosa dicono questi dati? Cosa suggerisce l’ultima dichiarazione del Cav, pronto a farsi da parte per non essere d’ostacolo alla creazione di un nuovo centrodestra italiano? Che sia in arrivo uno tzunami? Ad essere travolti saranno tutti i partiti, nessuno escluso: con i grillini in Parlamento sara’ difficile portare avanti un governo stabile e coerente. E forse questo e’ il vero castigo che si meritano i partiti spreconi e mangioni.
Ma qui vogliamo concentrarci su cio’ che Angelino Alfano ha affermato ieri: Silvio non correra’ per Palazzo Chigi. E poi l’appello a Casini: "Ora tocca a te riunire i moderati". Il guanto della sfida e’ lanciato e il leader Udc non potra’ ignorarlo. Una volta appurate le intenzioni del Cav, una volta assicuratosi che stavolta non ci saranno altri cambiamenti shock, il leader centrista dovra’ dimostrare di essere coerente: tolto di mezzo il Berlusca, non avra’ più alibi per dire no ad Alfano. Un nuovo centrodestra e’ possibile, se i vari protagonisti sapranno giocare bene le prossime mosse.
Finalmente l’uomo di Arcore l’ha capito: per lui Palazzo Chigi puo’ solo rappresentare un’esperienza tra le tante che appunta sul suo medagliere, e non la migliore; certo, non e’ un’ambizione, non più. E le reazioni alla bomba detonata da Alfano – e alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi che confermano la sua intenzione di rinunciare a correre – dimostrano che questo era quanto si aspettavano diversi esponenti dell’attuale PdL, a partire dagli ex An naturalmente, ma non solo. Del resto i bene informati in questi giorni erano pronti a scommetterci: non sara’ Berlusconi il candidato del centrodestra.
Adesso pero’ tocca individuare un uomo nuovo: Alfano? Improbabile. Il segretario sta svolgendo bene il suo ruolo, ma come premier viene percepito troppo devoto a Berlusconi e perciò poco innovativo. Secondo gli uomini a lui più vicini non avrebbe nemmeno più tanta voglia di gettarsi nella mischia, dopo essere stato bruciato dal suo stesso leader, con quel "quid" che non avrebbe. E se anche Silvio pensasse al Monti bis? Se per compiacere Casini lo seguisse nel sollecitare l’attuale premier a candidarsi? Sarebbe una strada possibile, ma troverebbe qualche paletto nello stesso Monti, restio, molto restio a entrare nell’agone degli schieramenti. Forse si potrebbe solleticare l’orgoglio del leader Udc, proponendo lui alla guida della nuova coalizione: potrebbe surclassare nella pubblica opinione l’odioso – per molti – Fini, ormai sul viale del tramonto, nonostante le apparizioni televisive sapientemente orchestrate. Insomma, dobbiamo aspettare la Sicilia e le primarie del Pd per vederci più chiaro nella nebbia delle tante, troppe candidature. Per ora, teniamoci la certezza di una "non candidatura". O nemmeno quella durerà?
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