Fino ad oggi ero convinto che il mio vocabolario della lingua italiana, pur se datato, fosse ancora "passabile" ed invece con sorpresa ho notato che è antiquato, praticamente ormai buono solo per il macero. Alla voce "onorevole" infatti riporta: “degno di onore, onorato, decoroso, appellativo spettante ai parlamentari”. Sicuramente quando è stato stampato il vocabolario il Parlamento era frequentato da persone di ben altra "stoffa", perchè altrimenti soltanto ad un pazzo sarebbe venuta in mente una definizione del genere.
Sicuramente il Parlamento sarà stato un luogo ove alterchi fra le opposte fazioni erano all’ordine del giorno, forse ci sarà scappato magari anche qualche spintone e financo qualche cazzotto, ma di certo non ridotto a sottomercato bovaro come adesso, vedi ad esempio l’uso di un linguaggio scurrile, per il quale primeggia l’educanda Rosy Bindi con quella sua risposta a Lupi, che a seguito di un voto di fiducia, le faceva notare che i voti sono voti: "No, gli stronzi sono stronzi e galleggiano anche senz’acqua". In quanto ad educazione ed eleganza è il massimo che la parlamentare poteva e può esprimere.
Sono ormai quotidiane le notizie inerenti comportamenti niente affatto edificanti, che vanno dal cambio di casacca, ad aiuti agli amici, alle mazzette dei nostri rappresentanti parlamentari, molti dei quali invece di partecipare civilmente alla discussione in aula leggono giornali, giocano al computer, telefonano, fanno bisboccia e vanno nelle aule, quando ci vanno, per "svernare" e per votare in base a quel che dice loro il "capoccia" senza nemmeno conoscere l’argomento.
Una prova di tale comportamento "bovino" si è avuta il 22 luglio scorso, quando è stato votato l’arresto di un parlamentare. Il fascicolo inerente il caso è di oltre 150 mila pagine ed i nostri "onorevoli" hanno avuto circa 40 giorni di tempo per leggerle e studiarle: cosa impossibile per chiunque, eppure, tranne due, tutti hanno votato. Con coscienza, con cognizione di causa, con onestà? Non facciano ridere, hanno votato solo in base alla casacca e questa è una vergogna.
Al titolo di onorevole però ci tengono anche quando sono decaduti dall’incarico: infatti un ex deputato, coinvolto a suo tempo in un festino hard ed ora sindaco in provincia di Brindisi, ha inviato una nota ai suoi dipendenti specificando che "tutti i documenti in uscita a firma del Sindaco devono contenere il titolo di Onorevole". E’ veramente scandaloso e da voltastomaco che i nostri parlamentari dopo il lauto stipendio, i numerosi privilegi possano fregiarsi anche del titolo di "Onorevole" quando sono distanti mille miglia dal poterlo meritare.
Circa la banalità e l’improprietà dell’uso del titolo, riporto quanto scritto da Gerardo Mazziotti oggi 24 luglio su Roma on line: “Qualche giorno fa è accaduto un fatto curioso al Bundestag tedesco. Nell’iniziare il suo intervento un deputato si è rivolto all’Assemblea con un sorprendente ‘onorevoli colleghi’ (detto in tedesco, ovviamente). Il Presidente lo ha subito richiamato ‘Signor Schultz, le ricordo che non siamo a Roma nel Parlamento italiano e perciò la invito a non usare più questo strano titolo’ (detto in tedesco, ovviamente)”
Dunque, dovrò buttare il vocabolario poichè vetusto oppure rifarmi a quanto avrebbe detto Totò: “Onorevoli si nasce e loro non lo nacquero”?. Possibile che nessun governo senta la necessità di abolire questo insulso titolo che oltretutto è anche abusivo in quanto fu abolito il 4/3/1939 con il foglio d’Ordini n° 1277 e mai da allora legalmente ripristinato? Qui calza a pennello quella frase di Emilio Fede: "Che figura di merda!".
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