Salva Roma, dl entro venerdì. Marino, città sarà virtuosa

Il decreto legge Enti locali, ormai noto come Salva Roma ter, dovrebbe essere definitivamente pronto entro venerdi’ per essere promulgato dal Presidente della Repubblica e poi pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Solo allora potra’ iniziare l’iter che, entro 60 giorni, lo fara’ diventare legge e gli permettera’ di mettere al sicuro i conti della Capitale. Ma questo aiuto Roma dovra’ meritarselo, sebbene non si tratti di fondi che lo Stato stanzia a favore della citta’ bensi’ di un meccanismo contabile tra commissario governativo per il rientro del debito e gestione ordinaria. E il sindaco Marino lo sa bene visto che oggi ha assicurato che saranno "pronti a fare la nostra parte per riportare Roma a livelli virtuosi e c’e’ il massimo impegno a fare presto e bene".

Il punto cruciale, che ha portato alla stesura di bozze di decreto nettamente diverse tra loro, e’ stabilire quanta autonomia debba essere lasciata alla Capitale nel piano di rientro triennale che andra’ consegnato ai ministeri competenti e al Governo. Un’autonomia che, nella bozza definitiva, e’ strettamente limitata da criteri come l’obbligo di dismissione di quote di societa’ partecipate – tranne quelle quotate in borsa (come Acea, municipalizzata di acqua ed energia elettrica) -, che non risultino avere come fine sociale attivita’ di servizio pubblico; l’adozione di modelli innovativi per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, di raccolta dei rifiuti e di pulizia delle strade, anche ricorrendo alla liberalizzazione; una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle societa’ partecipate, prevedendo per quelle in perdita il necessario riequilibrio con l’utilizzo degli strumenti legislativi e contrattuali esistenti (nel quadro degli accordi con i sindacati); la ricognizione dei costi unitari della fornitura dei servizi pubblici locali e adottare misure per riportare tali costi ai livelli standard dei grandi comuni italiani. Per raggiungere questi obiettivi il Campidoglio e’ al lavoro.

"Abbiamo creato una centrale unica di acquisto per controllare tutto quello che comprera’ il Comune, che ci fara’ risparmiare 280 milioni di euro l’anno", ha ricordato qualche giorno fa il sindaco Marino, mentre sul piano delle dismissioni si parla gia’ di vendere il 40% di Farmacap, l’azienda speciale che gestisce le farmacie comunali e parte del Palaexpo e Risorse per Roma. Quindi, in attesa del testo definitivo del decreto, per il quale gli uffici capitolini "hanno lavorato a stretto contatto con quelli di Palazzo Chigi" ha spiegato oggi Marino, in Campidoglio si lavora per evitare di dover aumentare le entrate aumentando le tasse, opzione che il primo cittadino ha sempre rifiutato.