Nell’istanza con cui Lele Mora ha fatto presente oggi ai giudici del processo d’Appello ‘Ruby bis’ di voler rinunciare ai motivi d’appello, chiedendo in sostanza soltanto una pena piu’ bassa, l’ex talent scout (oggi assente in aula perche’ sua figlia ha partorito) ha riportato alcune parole da lui usate in aula nel processo di primo grado quando disse che il caso al centro del procedimento era segnato da ”dismisura, abuso di potere, degrado”.
In quell’occasione, il 28 giugno 2013, Mora riferendosi alle serate nella residenza di Silvio Berlusconi, aveva parlato appunto di ”dismisura, abuso di potere, degrado, tre parole – aveva aggiunto – che ho letto sui giornali e che condivido”.
L’ex impresario dei vip aveva dichiarato inoltre di non essere stato solo ”un passivo concorrente”, di aver partecipato alle feste di Berlusconi, di aver portato alcune ragazze ad Arcore, anche se ”non ho mai orientato le loro condotte con costrizione”.
Inoltre Mora aveva ammesso di aver ”ricevuto un prestito da Berlusconi tramite Fede”, aveva chiesto ”scusa a tutti” e spiegato di voler ”uscire da quella bufera infernale che mi ha tolto la luce”.
All’inizio dell’udienza di oggi i legali di Mora, gli avvocati Maris e Avanzi, hanno illustrato la loro richiesta e i giudici si sono riservati di decidere e probabilmente lo faranno con la sentenza. Intanto, il sostituto pg Piero De Petris, che ha dato il consenso all’istanza di Mora, ha iniziato la sua requisitoria.
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