Ignazio Marino, sindaco di Roma, intervenendo alla conferenza programmatica del Pd capitolino al Teatro Quirino, ha detto: “Quando abbiamo scelto di rimettere a posto le fondamenta della casa comune sapevamo che per rispondere alle aspettative con cui sono stato eletto ci sarebbe voluto tempo. La citta’ non e’ ancora pulita come dovrebbe. I trasporti non sono ancora all’altezza di una Capitale del G8, come non lo e’ la qualita’ delle strade. I progetti di rigenerazione sono tanti ma non sono ancora realizzati, ma sono fiducioso che scelte e azioni intraprese produrranno proprio quei risultati attesi, i risultati per cui siamo stati eletti". "Sono sempre stato abituato, da chirurgo, a fare i conti alla fine – ha sottolineato Marino – A puntare alla guarigione piena e non alle cure palliative che tolgono il dolore per qualche ora, ma lasciano che la malattia prosegua il suo corso".
"Non abbiamo cercato e non cerchiamo un consenso facile. Non abbiamo cercato e non cerchiamo scorciatoie. Non abbiamo cercato e non cerchiamo di ripercorrere strade del passato, strade che in passato hanno prodotto anche risultati straordinari, ma che oggi non sono percorribili perche’ e’ cambiato il contesto sociale, quello economico e anche il panorama politico".
Anche i tempi, ha sottolineato il sindaco, "sono cambiati e cambiano costantemente davanti a noi. È la caratteristica del momento storico che viviamo, che chiede scelte lungimiranti e coraggiose a chiunque si trovi a essere classe dirigente".
Infatti, ha continuato Marino, "20 anni fa, quando da poco era iniziata la prima stagione Rutelli, il Pil dell’Italia segnava un dignitosissimo +2,5%, ora il livello e’ arrivato a -2. Sempre 20 anni fa i siti web nel mondo erano meno di 20mila. Oggi sono oltre 1 miliardo. E 10 anni fa, nel pieno di un’altra grande stagione di governo cittadino, con Walter Veltroni, quando Roma si arricchiva tra le altre cose con le tre testuggini di Renzo Piano, gli effetti della globalizzazione erano gia’ in atto, ma l’accelerazione seguente e’ stata travolgente, rompendo gli argini e lasciandoci fragili ed esposti a contaminazioni economiche e finanziarie, a crisi e paure, a flussi migratori, a cambiamenti culturali, ad una disoccupazione ormai devastante".
Poi il primo cittadino e’ tornato a parlare del partito: "Come tanti di voi c’ero quando il Pd e’ nato: e’ stata la mia prima tessera di partito, sono un nativo del Partito democratico e ne sono orgoglioso. Il Pd come partito aperto, della partecipazione, delle primarie. Il partito nato per cambiare l’Italia. Tanto ho a cuore il Pd che mi sono candidato alla segreteria, e ripensando alla sfida del 2009 noto come i si’ e i no che proponevo e che allora ci dividevano oggi sono diventate posizioni di tutti noi: il no al nucleare, il si’ allo ius soli, il si’ ai diritti per le coppie gay, il si’ al testamento biologico, il si’ a una riforma del mercato del lavoro nella direzione del contratto unico a tutele crescenti. Il Pd e’ il partito che mi ha sostenuto, nei circoli, nei quartieri, permettendomi di vincere le primarie per diventare sindaco e stringendosi intorno a me subito dopo. Il Pd e’ il partito della cui direzione nazionale faccio parte". E il Pd "e’ anche il partito che mi ha permesso di esprimermi in liberta’, come sa bene Luigi Zanda, mio capogruppo quando lavoravamo insieme al Senato. Il partito che non mi ha impedito, da semplice senatore, di convocare i gruppi unitari di Camera e Senato perche’ volevo che le nomine per importanti cariche costituzionali fossero scelte non in stanze chiuse ma con criteri oggettivi e trasparenti. La mia natura, il mio carattere, le mie convinzioni mi portano a difendere sempre il mio punto di vista, senza preoccuparmi di quanto questo sia coerente con le filiere di potere, ma sempre pronto a confrontarmi e accettare le scelte democratiche". "Sono qui con voi oggi – ha concluso il sindaco – per ripercorrere le scelte compiute, ascoltare le proposte e rafforzare un rapporto di convinta e leale collaborazione reciproca. Senza la quale non e’ possibile, ne’ auspicabile dal mio punto di vista, immaginare alcuna prospettiva di cambiamento per la nostra città".
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