Stanotte, domattina al massimo la relazione da consegnare al premier Letta sara’ pronta. E indichera’ la via o le possibili vie alternative da seguire per ammodernare la nostra Costituzione. I 40 ‘saggi’ sulle riforme, riuniti in ‘conclave’ a Francavilla al Mare, suggeriranno a governo e Parlamento la necessita’ di porre fine al bicameralismo perfetto, ridurre i parlamentari, ma anche cambiare il titolo V e la forma di governo. Mettendo in campo, su quest’ultimo punto, tre opzioni tra cui scegliere, con un diverso sistema elettorale connesso a ciascuna: semipresidenzialismo, sistema parlamentare razionalizzato o un ‘governo parlamentare del premier’.
Non voteranno, i ‘saggi’. Non si spaccheranno sulla scelta di un sistema piuttosto che un altro. Ma indicheranno, spiega il ministro Gaetano Quagliariello, le diverse strade percorribili: "A decidere sara’ il Parlamento, che ha piena sovranita’". Tra le ipotesi alternative indicate dai ‘saggi’ (cosi’ come sulla riforma del Porcellum, che e’ capitolo a se’), i partiti potranno iniziare a confrontarsi da subito, secondo il ministro. Nell’attesa che, "entro i primi di dicembre", venga approvato in via definitiva il ddl costituzionale che istituisce il Comitato bicamerale dei 40 e disegna l’iter parlamentare delle riforme. Intanto, pero’, il Movimento 5 Stelle continua a guidare la protesta. Dalle pagine del blog di Beppe Grillo, attacca a testa bassa un’opzione di riforma che si fa largo tra i ‘saggi’: avanzata da alcuni giuristi nelle discussioni gia’ prima dell’estate e fatta propria, come proposta di mediazione tra parlamentarismo e presidenzialismo, dal comitato di redazione presieduto da Luciano Violante. Si tratta del ‘governo parlamentare del premier’, con sostanziale investitura popolare e potere di scioglimento delle Camere da parte del presidente del Consiglio, e un connesso sistema elettorale con ballottaggio tra le prime due liste nel caso nessuna raggiungesse il 40%. Si tratta di una "supercazzola che manco Vendola…", attacca Grillo: "La proposta Violante – sostiene – serve a far ingoiare il rospo del presidenzialismo". Ma proprio su questa opzione starebbe convergendo la maggioranza dei ‘saggi’. I 5 Stelle tornano intanto anche ad attaccare sulle spese per il ‘ritiro’ di Francavilla al Mare: "Una due giorni di villeggiatura a carico dei contribuenti". Ma Quagliariello non ci sta: "Difendo le scelte dei funzionari pubblici che ci hanno portato qui per risparmiare", afferma. Mentre dall’hotel Villa Maria fanno sapere che c’e’ stato ben poco tempo per villeggiare. I lavori, iniziati domenica pomeriggio, sono andati avanti fino all’una di notte, per poi riprendere di buon mattino. E, ad attestare i ritmi serrati, il ministero gia’ pubblica on-line gli audio delle prime 24 ore di lavoro in ‘ritiro’.
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