"Ho sempre detto che voglio fare accordi con tutti e che non ci facciamo ricattare da nessuno. Perché i numeri ci sono anche senza di loro. Spero che dentro Forza Italia prevalgano il buon senso e la ragionevolezza, ma su legge elettorale e riforma Senato andremo avanti". Così il premier Matteo Renzi nella sua newsletter, precisando la posizione del Pd sul percorso delle riforme e sulla crisi del Patto del Nazareno dopo l’elezione del presidente della Repubblica.
In merito al programma delle riforme, il presidente del Consiglio ha sottolineato che "il Patto del Nazareno non è un papiro segreto con dentro chissà cosa, ma un accordo alla luce del sole su tre punti centrali: nuova legge elettorale, riforma dei rapporti tra Stato e Regioni, eliminazione del bicameralismo paritario". "Su quei tre punti – ha precisato Renzi – noi continueremo ad andare avanti. Noi non abbiamo cambiato idea. Se Forza Italia, che ha sempre difeso queste idee, adesso vuole rimangiarsele, buon appetito. Se ciò non dovesse accadere noi continueremo a rispettare Berlusconi e il suo partito come rispettiamo tutti i partiti che ottengono i voti dei nostri concittadini: il nostro obiettivo non è parlar male dei nostri avversari, ma lavorare bene per l’Italia".
Sul Patto del Nazareno chiarimenti sono arrivati anche dal "Mattinale", la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera: "La clausola di salvaguardia presente nel Patto del Nazareno era una, ed una sola: la condivisione della scelta del presidente della Repubblica, come la Costituzione vigente, prima ancora del Patto del Nazareno, prevede. Non una cosa meschina di soldi e di paura, ma quanto di più limpido ci possa essere". "Quella clausola di salvaguardia e di garanzia – si legge ancora sul Mattinale – sigillava e dava senso a un accordo di sistema. Non un patto privato tra due persone, come lo ha inteso evidentemente Renzi".
"Il contratto per collaborare alla modernizzazione democratica del Paese era stato stipulato tra i leader delle due componenti storiche e attuali più significative del nostro Paese. Questa disponibilità generosa e audace di Silvio Berlusconi è stata versata come oro in un tombino. C’è spazio di ripensamento? In politica – conclude Il Mattinale – tutto è possibile. Ma alla luce del giorno, nella certezza che noi non svenderemo la primogenitura del nostro popolo per un piatto di lenticchie".
Del patto ha parlato oggi anche Beppe Grillo, che sul suo blog scrive: "Il Patto del Nazareno è sciolto. Lo dicono i contraenti. Nessuno sa che cosa contenga questo patto che riguarda tutti gli italiani. Un patto extraparlamentare alla stregua della trattativa Stato-Mafia. Un patto che ha stravolto e sta stravolgendo la Costituzione. Allora, all’inizio degli anni ’90, ci furono le bombe a sancire l’accordo, oggi, più modestamente bastano il Bomba e un condannato" sottolinea Grillo alludendo a Renzi e a Berlusconi.
"Può essere – ha aggiunto il leader del Movimento 5 Stelle – che quanto concordato nel patto sia già stato portato a termine e per questo sia ormai inutile tenere in piedi un teatrino o che continuino a portarlo avanti. Chi lo sa? Non conoscendo i suoi contenuti gli italiani non possono entrare nel merito. Forse uscire dal patto (almeno a parole) è una manfrina per non far esplodere i rispettivi partiti, ricompattarli e andare alle prossime elezioni l’un contro l’altro armato per prendere per il culo gli elettori". Secondo Grillo "tanto vale sciogliere il Parlamento insieme al patto, per quello che ormai rappresenta. Un ratificatore di due personaggi che si riuniscono in una stanza e decidono per tutti. A questo punto era meglio la monarchia. Più onesta, più trasparente. Intanto in Italia si ruba senza ritegno dall’Emilia alla Lombardia al Lazio. Il patto forse serviva a questo: a scappare con la cassa".
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