Figlio di un ex membro conservatore del parlamento europeo e di una pittrice. Discendente, anche se per via illegittima, di re Giorgio II. Educato a Eton e poi a Oxford. Fin qui, l’identikit di Boris Johnson e’ quello di un tipico Tory. Ma scavando un po’ piu’ a fondo, emergono il melting pot di culture della sua famiglia, il carattere impulsivo e la propensione alle gaffe che fanno del sindaco di Londra la perfetta antitesi del piu’ compassato e inglesissimo David Cameron. Svelando cosi’, il segreto del suo successo.
Nato il 19 giugno del 1964 a New York, Alexander Boris de Pfeffel Johnson ha antenati musulmani, ebrei e cristiani. Come il bisnonno Ali Kemal Bey, un giornalista liberale turco ai tempi dell’impero ottomano, anche lui poco dopo la laurea in lettere classiche al Balliol College di Oxford inizia a lavorare per la carta stampata, prima al Times, poi al Daily Telegraph e infine come direttore della rotocalco di area conservatrice The Spectator.
La sua carriera politica comincia nel 2001, quando vince un seggio in parlamento nel collegio di Henley. Nel 2004 per qualche mese e’ ministro ombra delle Arti, salvo poi perdere l’incarico per aver mentito circa la sua relazione extraconiugale con Petronella Wyatt, corrispondente da New York dello Spectator. Nonostante Johnson avesse promesso inizialmente di lasciare la seconda moglie, Marina Wheeler, alla fine e’ la sua relazione con Wyatt a terminare.
Nel 2005, dopo l’elezione di Cameron a leader del partito, Johnson viene nominato ministro Ombra per l’istruzione superiore, incarico che lascia nel luglio del 2007, quando annuncia la sua candidatura a sindaco di Londra. Con la sua zazzera bionda e il suo linguaggio non sempre politicamente corretto, in molti temono che Johnson sia piu’ adatto a presentare occasionalmente il programma TV ‘Have I Got News For You’, una satira sulle notizie della settimana, che a correre per la poltrona di primo cittadino. Ma lui smentisce i suoi critici e con il suo fascino da clown amabile riesce a strappare il posto al laburista Ken Livingstone.
Oggi, quattro anni dopo, si appresta a rifarlo. E c’e’ anche chi, tra i conservatori stessi, lo vedrebbe bene al posto di Cameron a Downing Street. Per farlo gli basterebbe annunciare nel tardo 2014 di voler tornare in Parlamento, in modo da dare ai londinesi maggiore rappresentazione. Se riuscisse a farsi eleggere alla Camera da uno dei collegi della capitale alle politiche del 2015, la sua corsa al numero 10 sarebbe inarrestabile. Alla faccia di Cameron e del suo delfino George Osborne.
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