Nel mio piccolo ritengo che non ci sia cosa peggiore che il fare moralista, magari con le lacrime agli occhi, quando si hanno armadi pieni di scheletri. Il giorno 10 u.s. Napolitano, ospite dell’Accademia dei Lincei, è tornato a far sentire la sua voce e, riferendosi a quanto sta accadendo in questi giorni, ha utilizzato sì parole dure nei confronti dell’attuale politica, ma ne ha usate anche di semplicemente inappropriate e completamente fuori luogo nei confronti di quella che, assumendo un atteggiamento fortemente critico, chiama antipolitica, definendola "la patologia più grave" e, se avesse potuto, l’avrebbe definita anche peggiore della peste bubbonica ed il male dei mali.
A questo punto viene da chiedersi dove sia stato e cosa abbia fatto Napolitano in tutto questo tempo, cioè da quando è nato. Mi chiedo se sia quel Napolitano che da giovane era iscritto ai GUF, che scrisse elogi per l’Operazione Barbarosasa e che poi, forse preso da una crisi mistica, rinunciò alla camicia nera per iscriversi al partito comunista, fatti dei quali re Giorgio non ha mai parlato; e di occasione ne ha avute. Sono cose che capitano, come quella di elogiare i sovietici e definirli portatori di pace quando massacravano i magiari.
Fatti remoti a parte, tornando ai giorni nostri non mi sembra che il Presidente della Repubblica abbia brillato, da politico che è ed è sempre stato, nel dare il buon esempio: ha usufruito della truffaldina legge Mosca (beneficio non da poco), da eurodeputato utilizzava voli low-cost però con il rimborso intero, dal gennaio 2013 usufruisce, mentre invita a far sacrifici, di un aumento annuo di stipendio di 8835 €. Ha fatto e fa sacrifici anche nel risiedere al Quirinale come fece Ciampi, i due soli presidenti a voler usufruire di tale "monolocale" – un po’ di onnipotenza non fa mai male.
Da buon democratico e propenso al risparmio ha eletto senatori a vita, tutti di una certa matrice politica, in modo da rafforzare la sinistra al senato, trascurando il grande danno economico arrecato allo Stato. Per quanto concerne le intercettazioni telefoniche se ne è accorto, forse causa l’età, solo quando hanno interessato la sua persona e democraticamente queste furono distrutte: cosa si disse con Mancino? Silenzio costituzionale e democratico.
Non parliamo poi dei tre governi da lui voluti, ma non dal popolo che nel caso specifico dovrebbe essere sovrano, e del chiacchiericcio che li ha preceduti, chiacchiericcio che in un paese democratico, ove vige una politica seria ed onesta, non avrebbe attecchito.
Ecco, avere un capo di stato che commuovendosi addita l’antipolitica come il male dei mali, proprio non va, soprattutto quando per una vita questa persona ha goduto dei benefici da quella politica che lui ritiene giusta pur se un po’ malandata. Sorprende inoltre oltre ogni logica che Napolitano non abbia capito, o faccia finta di non capire, che democrazia e buona politica non significa ascoltare e fare bovinamente ciò che viene detto dai rappresentanti delle istituzioni e/o amministrazioni, in 70 anni ne abbiamo viste di cotte e di crude, ma significa anche "incazzarsi" per il modo di fare truffaldino, arrogante e "disattento" di taluni.
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