La candidatura del Movimento 5 Stelle di Stefano Rodota’ (risultato il terzo nome piu’ votato alle Quirinarie) crea imbarazzo nel Pd. Prova a chiarire il momento interno al partito Pippo Civati in un’intervista pubblicata a pagina 6 di Repubblica. "O si guarda al Pdl oppure ai grillini. Sullo sfondo c’e’ evidentemente la partita per il governo, ovvero la scelta tra governo di cambiamento o governo di scopo, il cosiddetto esecutivo del presidente". Per Civati il nome migliore e’ quello di Romano Prodi che dice:"penso pero’ che l’apertura di Grillo sul nome di Stefano Rodota’ – anche se ancora mediato, perche’ c’e’ la Gabanelli come candidatura di bandiera – abbia un valore. Rodota’ e’ una figura di grandissimo prestigio, che il Pd deve assolutamente prendere in considerazione nelle prossime ore. Il compromesso storico, visto che siamo nel 2013, e’ piu’ storico con i 5Stelle che con il Pdl".
"Rodota’ – ricorda Fabio Martini a pagina 9 della Stampa – e’ stato presidente del Pds, a lungo parlamentare del partito ‘genitore’ del Pd e l’unico ‘neo’ dovrebbero semmai denunciarlo i ‘nuovisti’, visto che nel passato fu proprio Beppe Grillo ad obiettare sulla corposa, legittima pensione di Rodota’. Per tutta la mattinata Pier Luigi Bersani e i suoi, ben conoscendo il gradimento di Silvio Berlusconi per Giuliano Amato, hanno cercato di capire di quale entita’ fosse dentro al Pd la fronda nei confronti del ‘dottor Sottile’, due volte presidente del Consiglio, un tempo vicino a Bettino Craxi, oggi al Pd. Ma col passare delle ore nei gruppi parlamentari democratici la candidatura di Amato, pur restando autorevolmente in campo, non decollava (anzi scontava l’anatema di Beppe Grillo, ‘cassiere di Craxi!’) e sotto traccia invece prendeva quota Massimo D’Alema. Nelle ultime 24 ore e’ proprio lui, il primo presidente del Consiglio ex Pci della storia italiana – il candidato emergente di un possibile accordo che tenga assieme Pd, Pdl, Lega e Scelta Civica di Mario Monti. Sul nome di D’Alema e’ d’accordo Silvio Berlusconi – che nel leader democratico vede una personalita’ capace di mantenere gli impegni – dovrebbe essere d’accordo Pier Luigi Bersani e, a quanto pare, non ci sarebbe l’ostilita’ di Matteo Renzi. Certo, dal fronte renziano arrivano segnali discordanti su D’Alema (da Matteo Richetti) e anche gli ex popolari (Franceschini, Bindi, Fioroni) non sembrano entusiasti e dunque la pur autorevole candidatura fatica a fare il ‘pieno’ nel Pd. E d’altra parte anche nel 2006 D’Alema entro’ quasi Papa nel Conclave che poi elesse Napolitano.Ed e’ proprio questo il problema, sempre lo stesso, che impedisce a Bersani di chiudere su uno dei suoi candidati. Per questo motivo in serata, dalla segreteria Pd, facevano trapelare tre nuovi nomi, quelli di tre giudici costituzionali: il presidente della Consulta Franco Gallo; un giurista di lungo corso come Sabino Cassese, vicinissimo a Giorgio Napolitano; Sergio Mattarella, ora giudice costituzionale, ma a suo tempo esponente della sinistra Dc, poi esponente del Ppi, vicepresidente del Consiglio (con D’Alema presidente), un cattolico democratico di tutto punto, la tipologia meno gradita da Berlusconi. Ma anche gli altri due costituzionalisti sono sgraditi al Pdl e dunque senza chances di decollare".
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