Erika Lust è la pluri-premiata regista di adult-indie, marchio che produce film pornografici. Intervistata da Donna Moderna, racconta la sua esperienza nel mondo hard: cosa l’ha portata a scegliere di diventare regista di film a luci rosse e qual è il rapporto fra porno e donne.
Racconta Erika: “Tutto è iniziato quando, a 15 anni, vedendo il mio primo film a luci rosse mi sono sentita in colpa, perchè capivo che c’era qualcosa di sbagliato nell’industria pornografica tradizionale. Poi, all’Università ho studiato femminismo e ho cominciato a pormi diverse domande, per esempio, qual è il ruolo della donna nella società, perché il porno è destinato solo a un pubblico maschile, come se alle donne non piacesse il sesso, perché una ragazza che ha molti partner non è vista bene, mentre a un uomo non succede, anzi, è chiamato eroe, campione. Dopo gli studi ero piena di idee su come mostrare al mondo che era possibile un altro tipo di pornografia che si concentrasse sulla sessualità e il desiderio femminile. Così ho iniziato l’avventura della produzione girando il mio primo corto, The Good Girl”.
La registra considera la sua una “missione”. “Nel mio cinema – spiega – voglio vedere donne che decidano come devono essere rappresentate. Voglio vedere donne con sentimenti, educazione, professioniste, madri, sposate, divorziate, single, amanti, giovani, adulte, magre, con curve… che comunque siano capaci di vivere appieno la loro sessualità, anche attraverso ciò che vedono nei miei film”.
Secondo Erika Lust è sbagliato lasciare solo agli uomini il settore della pornografia: “Sono convinta che noi donne dobbiamo rivendicare la nostra partecipazione al contenuto di questo discorso, avere tanta importanza quanto un uomo, essere creatrici, sceneggiatrici, produttrici, registe…”.
I suoi film non sono solo scene di sesso “meccanico”, ma hanno una storia dietro: “mostrano due persone si conoscono, se i protagonisti sono coppie, amici, amanti, cosa succede prima e dopo… Il sesso non è rappresentato come atto meccanico, bensì come un’esperienza, una connessione che si stabilisce insieme ad un’altra persona”.
“Nei miei film non vedrete mai infermiere vogliose, lolite ninfomani, direttrici divora uomini, oppure uomini muscolosi che trattano la donna come un oggetto…Questi sono clichés che il porno "tradizionale" ama, ma dal quale ci si deve sdoganare."
In conclusione, è ora di dire basta “alla pornografia come qualcosa di prettamente maschile, come se alle donne non piacesse o non fossero interessate. Secondo il mio punto di vista, le donne hanno un’anima porno più fine e raffinata degli uomini, per il semplice fatto che siamo diverse, sentiamo le cose in maniera diversa. Anche se di certo non siamo una categoria unica e monolitica. Ci sono donne e donne… Ma tutte hanno dentro di sé una forte carica sessuale, ed è quella che voglio trasmettere attraverso i miei film”.
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