La decisione della Corte Costituzionale, che ha bocciato il Porcellum, ha provocato una sorta di terremoto politico: la Consulta ci ha detto, chiaro e tondo, che abbiamo votato con una legge incostituzionale. E adesso? Staremo a vedere come reagirà la politica, già divisa fra diverse posizioni, fra chi vorrebbe subito nuove elezioni e chi vorrebbe un anno di respiro per fare le riforme e andare al voto nel 2015.
La decisione della Corte era ampiamente prevedibile: una legge elettorale che non consente agli elettori di scegliere direttamente il proprio rappresentante in Parlamento di fatto elimina il concetto di reale rappresentanza del popolo. Porcellum a parte, l’attenzione dell’USEI si concentra ancora una volta sul voto degli italiani nel mondo.
Secondo quanto ha dichiarato a ItaliaChiamaItalia il costituzionalista Stefano Ceccanti, a differenza dei loro colleghi eletti in Italia, "i parlamentari della circoscrizione estero sono legittimati dalla preferenza". Tuttavia, ha aggiunto Ceccanti, "su di loro pesano troppi brogli, quel sistema di voto fa acqua da tutte le parti". Dunque? "Penso che la circoscrizione estero andrebbe lasciata solo al Senato, mentre alla Camera si potrebbero votare, sempre per corrispondenza, candidati che, però, si presentano in Italia, anche se residenti all’estero".
Come USEI, lo diciamo da tempo: il meccanismo con cui votano gli italiani nel mondo è completamente da rivedere. Le passate elezioni all’estero lo hanno sempre confermato: troppo facile imbrogliare, con un sistema del genere. Per ciò che riguarda invece la presenza degli eletti all’estero in Parlamento, apprezziamo il fatto che Ceccanti – a differenza dei "saggi" di Quagliariello -, non pensi a una eliminazione completa della circoscrizione estero, ma a una sua revisione, nella logica dell’abolizione del bicameralismo perfetto, riforma auspicata da più parti. Di fatto, pur ammettendo gli eletti nella circoscrizione estero solo al Senato, il costituzionalista non elimina la presenza dei rappresentanti degli italiani nel mondo alla Camera, ma – afferma – potrebbero essere candidati in Italia, pur essendo residenti oltre confine. Una soluzione che darebbe comunque la possibilità ai connazionali di scegliere il proprio deputato e decidere se votare per un residente oltre confine o meno.
Quello che riguarda la legge elettorale e il voto all’estero continuerà ad essere un tema su cui l’Unione Sudamericana Emigrati Italiani si esprimerà con frequenza, un dibattito a cui vorremo partecipare da vicino, perché in gioco non c’è solo il futuro degli eletti all’estero, ma soprattutto quello dei connazionali e del Sistema Italia nel mondo.
*presidente USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani
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