Angelino Alfano chiude la prima giornata della Scuola di formazione politica ad Orvieto mostrando i muscoli ai suoi avversari. Il segretario del Popolo della Libertà ascolta con attenzione i vari interventi dei big di via dell’Umilta’ che si succedono dal palco e che invocano un cambiamento vero, abbandonando la fase del partito legato a doppio filo al leader carismatico per passare a un partito con la P maiuscola, organizzato, strutturato.
L’ex guardasigilli lancia un avvertimento a Udc e Pd: il Pdl non si fara’ dettarre l’agenda da nessuno. La linea non cambia, conferma il sostegno leale al governo ma mette ben in chiaro che il Pdl ha la schiena dritta e non ha nessuna intenzione di ammainare la bandiera.
Alfano sta attento a non innescare nuove polemiche, dopo le parole poi smentite di Berlusconi sul suo ‘spessore’ e consapevole del fatto che nello stesso Pdl c’e’ chi descrive come ‘tesi’ i rapporti tra il delfino e il suo mentore. Il segretario, anzi, Alfano, cita in alcuni passaggi del suo discorso l’ex premier, riferisce di averlo sentito anche oggi al telefono e di essere con Berlusconi in perfetta sintonia.
Ad Orvieto si cerca prima di tutto di guardare oltre Berlusconi. Cicchitto è molto chiaro: "bisogna passare dal carisma del leader a un partito con la P maiuscola", anche perche’ "quel carisma anche se c’e’ ancora si e’ attenuato". La Russa sottolinea che mentre "prima avevamo il vento a favore che era Berlusconi, ora abbiamo il vento in faccia". Corsaro invece invita a considerare che la leadership di Alfano "non e’ solo un passaggio generazionale", ma rappresenta anche la trasformazione del partito stesso, che non sara’ piu’ solo un partito "fortemente carsimatico".
Il Cavaliere, in questi giorni in Russia da Putin, difficilmente sara’ presente sabato per la giornata conclusiva dei lavori. Chissà cosa pensa di questo partito da lui creato e che ora gli si sta – di fatto – rivoltando contro. I dirigenti pidiellini vogliono un partito che deve mutare fisionomia ed e’ proprio il tempo messo a disposizione dal governo tecnico quello che, a detta di tutti, bisogna ‘sfruttare’ per costruire l’ossatura.
Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi, ma da ciò che sentiamo, dai contatti quotidiani che abbiamo con comuni cittadini, con i nostri lettori, Silvio Berlusconi resta per moltissimi italiani, nonostante tutto, un "super uomo", un punto di riferimento del centrodestra italiano, colui che – se fosse possibile – voterebbero ancora per rimandarlo a Palazzo Chigi.
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