“In Svizzera la campagna referendaria sulla legge di attuazione per l’espulsione dei cittadini stranieri è nella fase più calda del dibattito politico. Da una parte una minoranza conservatrice interessata a custodire e preservare un’anacronistica identità nazionale protetta da steccati e mura di cinta declinati nei codici legislativi. Si tratta di una minoranza che ha saputo costruire negli anni le sue fortune politiche sulle paure e sull’investimento di ingenti capitali di potentati economici, capaci di sfruttare a proprio favore lo strumento della democrazia diretta”. Così in una nota il Pd Svizzera.
“Il rischio di un reale isolamento politico-economico svizzero perseguito dall’Unione di Centro (UDC) si muove sul crinale di pochi punti percentuale. Sono trascorsi, oramai, venti anni da quando l’UDC si accanisce contro la presenza degli stranieri, e ripropone sistematicamente argomenti referendari e iniziative popolari, che fanno presa sulla propria base elettorale attratta da proclami demagogici e populisti. Quello che una volta era il partito dei contadini e ne rappresentava gli interessi sociali, oggi è aggrappato al potere; oltre a sfruttare in maniera faziosa ed efficace i propri media è presente e siede nei salotti mondani e negli ambienti della finanza. Dall’altra parte un variegato schieramento di forze politiche, di intellettuali e rappresentanti del mondo accademico, di organizzazioni non governative e alcune associazioni di stranieri: disarticolate e attive in ordine sparso. Ognuna agisce autonomamente per preservare la propria visibilità”.
“La comunità italiana, invece, fa quadrato – prosegue la nota – per informare in maniera esaustiva sul contenuto fuorviante del quesito referendario: assieme al Partito democratico in Svizzera sono scese in campo associazioni nazionali italiane, patronati e personaggi italo-svizzeri conosciuti negli ambiti sportivi, artistici, culturali e religiosi. Alla comunità italiana questa ennesima iniziativa popolare riporta alla mente un dèjà vu, quel periodo storico in cui le fobie della polizia erano onnipresenti nei pensieri e nei comportamenti degli stranieri”.
“L’espulsione degli stranieri che si rendono passibili di reati, se vincerà la proposta referendaria, sarà ancorata nella Costituzione elvetica correlata da un decalogo sostitutivo di sentenze giuridiche. Alto è il rischio che in particolare i giovani stranieri vengano espulsi. Invitiamo i doppi cittadini italiani a votare e a far votare NO all’iniziativa di espulsione. Anche se questa impari disputa tra Davide e Golia sembra segnata nel risultato, siamo sicuri – conclude il Pd Svizzera – che l’impegno e la ragione di cui ci alimentiamo prevarranno sulla chiusura della Svizzera al mondo”.
Discussione su questo articolo