"Nel Sinodo non c’è stata censura previa, ma ognuno poteva – di più doveva – dire quello che aveva nel cuore, quello che pensava sinceramente", non c’è stato "scontro tra fazioni" ma discussione che "non è una cosa brutta". Così Papa Francesco, nell’udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro, commenta gli esiti del primo sinodo da lui convocato, dedicato alle "sfide pastorali sulla famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione". Inoltre, puntualizza il Papa, "nessun intervento ha messo in discussione le verità fondamentali del sacramento del matrimonio, cioè: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e l’apertura alla vita".
"Dobbiamo sapere – spiega il Pontefice – che il Sinodo non è un parlamento, viene il rappresentante di questa Chiesa, di questa Chiesa, di questa Chiesa… No, non è questo. Viene il rappresentante, sì, ma la struttura non è parlamentare, è totalmente diversa. Il Sinodo è uno spazio protetto affinché lo Spirito Santo possa operare; non c’è stato scontro tra fazioni, come in parlamento dove questo è lecito, ma un confronto tra i Vescovi, che è venuto dopo un lungo lavoro di preparazione e che ora proseguirà in un altro lavoro, per il bene delle famiglie, della Chiesa e della società". "Durante il Sinodo i media hanno fatto il loro lavoro – c’era molta attesa, molta attenzione – e li ringraziamo perché lo hanno fatto anche con abbondanza. Tante notizie, tante" sottolinea il Papa, il quale però evidenzia che spesso la "visione dei media era un po’ nello stile delle cronache sportive, o politiche: si parlava spesso di due squadre, pro e contro, conservatori e progressisti, eccetera. Oggi – spiega il papa rivolgendosi ai fedeli – vorrei raccontare quello che è stato il Sinodo".
"Anzitutto – continua – io ho chiesto ai Padri sinodali di parlare con franchezza e coraggio e di ascoltare con umiltà, dire con coraggio tutto quello che avevano nel cuore" e "dopo la Relazione iniziale del cardinale Erdö, c’è stato un primo momento, fondamentale, nel quale tutti i Padri hanno potuto parlare, e tutti hanno ascoltato". "Un momento di grande libertà, in cui ciascuno ha esposto il suo pensiero con parresia e con fiducia" spiega il Pontefice, che poi aggiunge: "Alcuni di voi possono chiedermi: ‘Hanno litigato i Padri?’ Ma, non so se hanno litigato, ma che hanno parlato forte, sì, davvero. E questa è la libertà, è proprio la libertà che c’è nella Chiesa. Tutto è avvenuto ‘cum Petro et sub Petro’, cioè con la presenza del Papa, che è garanzia per tutti di libertà e di fiducia, e garanzia dell’ortodossia. E alla fine con un mio intervento ho dato una lettura sintetica dell’esperienza sinodale". Quindi, riepiloga il Papa, "i documenti ufficiali usciti dal Sinodo sono tre: il Messaggio finale, la Relazione finale e il discorso finale del Papa. Non ce ne sono altri. La Relazione finale, che è stata il punto di arrivo di tutta la riflessione delle Diocesi fino a quel momento, ieri è stata pubblicata e viene inviata alle Conferenze Episcopali, che la discuteranno in vista della prossima Assemblea, quella Ordinaria, nell’ottobre 2015", confluendo così nei "Lineamenta" del prossimo Sinodo.
Discussione su questo articolo