Due giorni e tre notti con quel cadavere nella macchina, accasciato sul sedile davanti, appena coperto con un panno. E’ peggio di un film noir la piena confessione di Vittorio Ciccolini, 45 anni, avvocato penalista, arrestato a Verona con l’accusa di avere ammazzato, prima tentando di strangolarla e poi colpendola con con quattro coltellate al petto, l’ex fidanzata Lucia Bellucci, 31 anni originaria delle Marche. ”Ho commesso un’oscenità”: cosi’ avrebbe detto l’uomo nel momento in cui e’ stato individuato dai carabinieri mentre camminava nella sua citta’, sul Lungadige Capuleti, in pantaloncini corti, dopo essere tra l’altro passato nello studio legale dove lavorava. Per quei tre giorni e quelle due notti il professionista scaligero aveva vagato fra Trentino e Veneto, con l’intenzione – avrebbe detto agli inquirenti – di togliersi la vita.
Messo in manette e portato immediatamente in caserma a Trento, l’uomo avrebbe reso una piena confessione. Su di lui pende la pesantissima accusa di omicidio premeditato. Secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti, infatti, l’avvocato avrebbe in qualche modo pianificato ed addirittura preannunciato l’atto di violenza in alcuni criptici accenni e in alcune lettere, la cui copia e’ stata trovata all’interno della sua auto, accanto al corpo senza vita di Lucia. Le lettere sono datate due giorni prima del fatto di sangue e – come ha detto Giuseppe Amato, il pm che conduce l’inchiesta – vi si parla chiaramente di ”rapporti conflittuali” con la giovane donna.
”Le lettere – ha detto ancora il magistrato – sono scritte con estrema lucidita’ ed in un passaggio Ciccolini evoca ‘l’omicidio morale’ che sarebbe stato commesso da Lucia nei suoi confronti”. ”Poi ha affermato il magistrato – l’avvocato accenna ad un secondo omicidio, senza indicare di che cosa stia parlando”. Secondo il pm, potrebbe essere questo in qualche modo l’annuncio dell’intenzione di compiere il delitto. Quello che ancora gli inquirenti hanno da chiarire e’ il movente di questo assurdo omicidio, con la donna uccisa dopo un rendez-vous in un lussuoso ristorante nei pressi di Madonna di Campiglio, lei in abito da sera e lui in giacca e cravatta. Da tempo i due non si frequentavano piu’, ma sembra che la giovane e bella Lucia fosse divenuta un’ossessione per l’avvocato. Dopo quel momento nessuno, oltre all’assassino, ha visto Lucia viva. A dare l’allarme era stato il titolare di un albergo dove la giovane donna lavorava e che lunedi’, non vedendola presentarsi, ha chiamato i carabinieri. Poco dopo, sulla base di controlli sui cellulari di vittima presunto assassino, trovati abbandonati lungo la ferrovia in Trentino, i carabinieri sono riusciti a ricostruire la vicenda, raggiungendo il professionista nella sua citta’. Increduli per quanto accaduto i colleghi di Ciccolini. Agli inquirenti spetta ora di spiegare quale possa essere stata la scintilla che ha trasformato un serio professionista in uno spietato assassino.
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