Cocaina liquida nascosta nelle cavita’ di un set di accessori da bagno, ma anche bond falsi della Federal Reserve statunitense per 500 milioni di dollari. Le cosche della ‘ndrangheta della Locride non solo trafficavano cocaina direttamente dai produttori del centro e sud America, ma si stavano anche infiltrando nel complicato mondo della finanza internazionale arrivando a falsificare titoli per alimentare le proprie imprese ‘pulite’ ed incrementare il gia’ vorticoso proprio giro d’affari. E per farlo non ha disdegnato neanche di stringere un accordo con la sacra corona unita.
A svelare vecchi e nuovi affari ed i legami delle cosche di San Luca, Bovalino ed Africo, e’ stata un’inchiesta della Dda reggina condotta dai finanzieri del Gico-Goa del Nucleo di polizia tributaria di Reggio e del Servizio centrale antidroga che stamani, nell’operazione ‘Revolution’, hanno arrestato 29 persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina ed introduzione nel territorio dello Stato di un falso bond.
Le indagini hanno preso il via il 20 marzo 2010 dal ritrovamento a Milano-Malpensa di un pacco con la cocaina liquida, che una volta raffinata avrebbe raggiunto i 500 grammi, proveniente dall’Argentina e diretto ad Africo Nuovo. Seguendo la coca, sostituita con lidocaina, i finanzieri hanno ricostruito hanno ricostruito l’organigramma del gruppo, accertando come l’organizzazione disponesse di basi logistiche ed appoggi in tutta Italia, in particolar modo a Milano, nei paesi dell’hinterland milanese, e nei principali Paesi europei, quali Germania (Duisburg, Oberhausen e Dusseldorf), Olanda (Amsterdam) e Belgio (Anversa).
Al vertice dell’organizzazione gli investigatori hanno collocato Bruno Pizzata, di 53 anni, ritenuto un broker della droga, arrestato il 4 febbraio 2011 a Duisburg (Germania) dove gestiva una pizzeria, e Francesco Strangio (66), elemento di spicco della cosca Nirta-Strangio di San Luca. In una posizione intermedia sono stati collocati personaggi di ‘indubbio spessore criminale’ legati alla cosca Bruzzaniti di Africo, legata ai Morabito-Palamara, tra i quali il nipote del boss Giuseppe Morabito ‘u tiradritto’, Pasqualino Morabito, di 44 anni. E’ in questa fase che sono emersi i contatti con la Sacra corona unita. Sandro Bruzzaniti, infatti, ha trattato la vendita di una partita di cinque kg di cocaina a Vincenzo Zurlo, 56 anni, detto ‘Lo zio’, ritenuto legato alla criminalita’ pugliese, che pur essendo paraplegico ‘operava con disinvoltura nel settore del traffici illeciti di cocaina’. Ed era lui, secondo l’accusa, che era a capo del gruppo criminale pugliese.
In definitiva tra gli ‘africoti’ ed i pugliesi si era creato una corsia preferenziale. Ed e’ proprio in Puglia che ha trovato ospitalita’ il latitante calabrese Francesco Zoccali che, secondo l’accusa, si nascose a casa di Antonio Flore, un noto imprenditore edile di Ostuni (Brindisi).
E sempre a casa di Flore, i finanzieri hanno fatto una scoperta che dimostra come la ‘ndrangheta sia sempre alla ricerca di nuove fonti di guadagno. Nella cassaforte, l’imprenditore nascondeva bond della Federal Reserve degli Stati Uniti falsi per 500 milioni di dollari.
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