Scrive La Repubblica: "Prende forma la road map di Enrico Letta per sbrogliare il nodo Imu. Con una novita’: e’ ormai deciso che la rata di settembre sulla prima abitazione non sara’ fatta pagare, mentre per quella di dicembre e’ corsa contro il tempo. Letta rientrera’ dal ponte di Ferragosto gia’ lunedi’. Il primo slot per convocare la cabina di regia sull’Imu e’ il 21 pomeriggio, quando tornera’ da una visita a Vienna. Data non ancora confermata, con l’appuntamento che potrebbe slittare a subito dopo il Consiglio dei ministri del 23. E’ possibile dunque che fino al 23 sia Saccomanni a lavorare con i partiti, poi subentrera’ Letta. La cabina di regia probabilmente non trattera’ solo di Imu ma, come chiesto da Brunetta (Pdl) e Damiano (Pd), tocchera’ tutti i temi economici. Si punta a chiudere sull’Imu con un Cdm il 28 agosto. Gia’ fissato informalmente ma con la possibilita’ di farlo slittare di uno o due giorni. Termine ultimo il 30, per lasciare almeno 24 ore di tempo per rendere operative le decisione che saranno prese. Al Tesoro intanto hanno trovato i 2 miliardi per allentare il patto di stabilita’ interno e compensare i comuni del mancato gettito della rata di giugno che il governo aveva appunto sospeso fino a settembre. Dunque e’ certo che la rata sulla prima casa del primo semestre 2013 non sara’ pagata. Come conferma il sottosegretario Baretta: ‘Se il governo dura, la rata di settembre non verra’ pagata e da dicembre l’ipotesi e’ di avere una nuova tassa’. La scommessa e’ proprio questa. Far entrare in funzione la nuova tassa sulla casa entro fine anno in modo da non far pagare nemmeno la rata Imu del secondo semestre. Baretta conferma che potrebbe essere la Service Tax, anche se non e’ ancora deciso al 100%, e ‘dovrebbe essere piu’ bassa della somma delle imposte che sostituira’, per questo l’idea e’ di stanziare altri 2 miliardi’. Ma restano le incognite. Primo, un ministro impegnato sul dossier definisce ‘una residua possibilita” che la nuova tassa entri in vigore gia’ a dicembre. Secondo, non e’ certo che il Tesoro trovi altri due miliardi per abolire anche la rata a dicembre. Terzo, al momento nel governo si da’ per certo che tutte le tasse sulla casa, Imu compresa, confluiranno in una imposta municipale unica che conterra’ tutti i balzelli esistenti (Imu, Tares etc.). Dovrebbe essere la Service Tax, ma la scelta non e’ ancora definitiva. Cosi’ come la portata: ad oggi tutte le tasse sulla casa valgono 40 miliardi".
La Stampa fa i conti: "Sulla carta sembra una passeggiata trovare la miseria di quattro miliardi all’interno di una spesa pubblica che conta piu’ di 800 miliardi di budget, stiamo parlando di una somma che vale solo lo 0,5% del totale della spesa pubblica: e’ cosi’ difficile trovarli i soldi, si chiedono i rappresentanti del Pdl? Un primo aspetto che spesso si tende a dimenticare (o a non considerare deliberatamente) e’ che si tratterebbe di trovarli nel budget che va da settembre a dicembre. Quel che e’ stato speso prima ormai e’ storia: i nostri 4 miliardi li dobbiamo cercare nei circa 270 miliardi (facendo una media rozza) che lo Stato spendera’ nell’ultimo scorcio d’anno. E gia’ si capisce che l’operazione non e’ una passeggiata. Diciamo che un sistema ‘sicuro’ ci sarebbe. E’ il metodo adottato dal 2009 dall’allora ministro dell’Economia di Berlusconi Giulio Tremonti, il metodo dei ‘tagli lineari’. Si scelgono un certo numero di voci del bilancio pubblico (ovviamente con quelle grosse tipo la scuola e la sanita’ si fa di piu’, altrimenti bisogna sceglierne molte) e si decide: si taglia del 5, del 10% o piu’ la spesa prima prevista. Un sistema che per funzionare funziona, ma che ha prodotto in molti casi disastri. E’ come per un chirurgo cercare di operare un paziente con la mannaia anziche’ col bisturi. Ci sarebbe un altro metodo, molto piu’ elegante ed ‘equo’. Soltanto che ha il vizietto di funzionare cosi’ e cosi’. Piu’ no che si’. E’ quello della ‘spending review’ applicato per la prima volta da Mario Monti per decreto nel luglio del 2012. Doveva portare 4,5 miliardi di risparmi nel 2012, e anche se un bilancio definitivo ancora non c’e’, molti economisti stimano che il risparmio reale sia stato di qualche centinaio di milioni. Ieri il presidente della Commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone ha proposto un’altra via per finanziare (insieme alle forbici sulla spesa) il taglio dell’Imu. Nonostante la crisi, sostiene Capezzone, nei primi sei mesi dell’anno le entrate tributarie sono cresciute del 5,15% rispetto al 2012, 9 miliardi in piu’. Insomma, ‘il governo non ha alibi ne’ scuse per non abolire l’Imu sulla prima casa e scongiurare definitivamente l’aumento dell’Iva’. Quattro per l’Imu, uno per l’Iva, avanzerebbero pure 4 miliardi. O no? Ma Capezzone – come molti suoi colleghi parlamentari – pur essendo presidente di una Commissione chiave come la ‘Finanze’ forse non ha abbastanza dimestichezza con il funzionamento del bilancio dello Stato. Il numero che conta non e’ ‘quanto entra rispetto all’anno scorso’; e’ quanto entra rispetto alle previsioni per quest’anno. Sono stime che tengono conto anche dell’andamento dell’economia, e che vanno correlate alle dinamiche della spesa. Forse il 2013 del gettito andra’ un po’ meglio, se e’ vero che ci sono segnali di ripresa. Ma a sentire i tecnici del Tesoro gli eventuali extra-gettiti bisogna tenerli da parte per fronteggiare dei buchi nel bilancio. Ovvero, i tagli alla spesa scritti sulla carta velina e mai concretizzati. Una possibilita’ ‘miracolosa’ potrebbe nascere dal calo dello spread sui titoli pubblici, che sicuramente ridurra’ la spesa per interessi sul debito. Bisogna vedere se nei numeri di Saccomanni la discesa dello spread era gia’ stata quantificata fino in fondo. O se c’e’ un ‘margine’ da utilizzare per ridurre il deficit – come dovrebbe essere per i proventi delle privatizzazioni – o per finanziare qualche ‘extra-buco’. O soprattutto, qualche spesa inevitabile: serve un miliardo, forse uno e mezzo per rifinanziare la cassa integrazione in deroga, che e’ totalmente a secco. E se (come tutti chiedono) bisogna congelare fino alla fine dell’anno l’incremento dell’Iva principale dal 21 al 22 per cento, servira’ un altro miliardo".
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