Tutto e’ partito da Fiorello. Ma anche dalla volonta’ di celebrare 20 anni di carriera ‘non in modo autoreferenziale, ma coinvolgendo artisti, autori e amici che hanno significato molto nella mia vita e nell’Italia negli ultimi vent’anni’. Esce il 4 giugno ‘Max 20’, il nuovo album di Max Pezzali che, oltre a cinque inediti, contiene 14 duetti con alcuni protagonisti dell’ultimo ventennio musicale italiano, da Jovanotti a Baglioni, da Bennato a Cremonini, passando per Elio, Grignani, Nek, Raf, Renga, Sangiorgi, Venditti e Van De Sfroos. Senza dimenticare, ovviamente, il grande Fiorello. ‘Tutto e’ cominciato da Fiore – spiega Pezzali -. Siamo cresciuti insieme, con Claudio Cecchetto e Radio Deejay, e negli anni e’ sempre rimasta una grande amicizia e stima. Anni fa in un suo show abbiamo cantato insieme ‘Sei un mito’: e’ stato quello il primo brano che ho scelto per la tracklist’.
‘L’idea – racconta il cantautore – era di radunare artisti significativi per me ma anche per l’evoluzione del Paese. Ho chiamato gli artisti che piu’ hanno influenzato la mia storia personale, da ascoltatore. Come Raf, uno degli inventori del pop in Italia. O Eros, il piu’ internazionale degli italiani, ed Elio, che ha cambiato il modo di usare, domare e giocare con la parola”. Max ha incluso anche artisti del suo presente, come Renga, ‘il piu’ grande cantante italiano’. Nek e Grignani li considera ‘suoi paralleli’: con il primo ‘abbiamo iniziato insieme al festival di Castrocaro nel 1991’; con il secondo ‘ci siamo conosciuti al festival di Sanremo nel ’95, che l’ha consacrato come uno dei maggiori cantautori italiani’. Ma la ‘chiave di tutto e’ stato Jovanotti – dice Pezzali -, quello che ha cambiato di piu’ il modo di cambiare la musica in Italia negli ultimi 25 anni, senza i quali non sarebbero esistiti i miei 20. E’ il grande innovatore’.
Max 20 e’ uno dei tanti cd usciti in Italia frutto di collaborazioni tra diversi artisti, cosa impensabile fino a qualche anno fa: ‘E’ vero, sono cadute un po’ di barriere – dice -, per troppo tempo hanno dominato piccole considerazioni autoreferenziali e campanilistiche, si pensava potessero confondere il pubblico. Poi ci si e’ resi conto che benche’ diversi, stiamo tutti parlando allo stesso pubblico. Non ci sono piccole porzioni di territorio da difendere, un terreno comune non puo’ che far bene al mondo della musica’.
I cinque inediti – Welcome mr. Presidente, Il Presidente di tutto il mondo, I Cowboy Non Mollano, Ragazzo inadeguato e L’universo tranne noi – sono invece ‘nati da alcune considerazioni con Mauro Repetto, che mi ha raccontato una sorta di script su un futuro alternativo in cui, per risolvere i problemi di base, le nazioni decidono di eleggere un presidente con tecniche manageriali e di marketing. Ormai – spiega Pezzali – e’ piu’ importante il contenitore del contenuto. C’e’ un eccesso di informazioni, ma di scarso spessore. E’ meglio un consulente di immagine che economico. L’elettore e’ trattato come un consumatore. Mi fa un po’ ridere – ammette – perche’ in un’epoca in cui si criticano i ruggenti anni ’80, in confronto erano gli anni dell’approfondimento’.
Ha un figlio di 4 anni e a questo album l’eroe di ‘Hanno ucciso l’uomo ragno’ affida il compito di raccontargli, quando sara’ grande, qualcosa di se’. Cosa ricordi dell’Italia anni ’70? ‘Era un periodo politicamente scorretto, con genitori che fumavano in macchina, senza cinture di sicurezza. C’era un’inflazione devastante e non gliene fregava niente a nessuno, non c’era una lira ma ci si divertiva. C’era il terrorismo ma non la percezione del pericolo. Era il mondo del far west – conclude – ma c’era piu’ inconsapevolezza’.
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