C’era una volta un pigiama palazzo e una principessa di 18 anni. ‘Ne indossavo uno rosa di quando incontrai Egon’, racconta Diane von Furstenberg che ha intitolato Palazzo la sua nuova collezione per la primavera-estate 2013. ‘Un viaggio nel passato cominciato a Roma tra via Margutta e gli stilisti italiani, Verushka e Talita Getty’, ha raccontato la stilista in un misto tra nostalgia del passato e sguardo al futuro. Omaggio alla Dolce Vita ma anche un occhio all’high tech.
In testa, come un cerchietto, Diane ha gli occhiali Google: gli avveniristici gadget digitali che permettono di interagire sul web senza distrarsi dal mondo reale le sono serviti per riprendere la fibrillazione nel backstage e poi l’intera sfilata in vista di un documentario prodotto con Sergey Brin e in onda il 13 settembre sul canale Google di YouTube. Brin nel parterre, seguiva le modelle con un paio di occhiali Glass turchesi in testa. Accanto a lui Wendi Murdoch, la moglie cinese di Rupert Murdoch: segnale forse nuove alleanze e un occhio sulla Cina? E poi Oscar de la Renta e Sarah Jessica Parker con Barry Diller, il marito di Diane e, dall’altro lato, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti: New York onorera’ Valentino con un gala del New York City Ballet il 20 settembre per 2.500 persone. Yvan Mispelaer, direttore creativo e complice di Diane, viene dalla sua scuderia di talenti e un abito toga da sera color corallo con una sola spalla scoperta e’stato a New York un sottile omaggio al ‘re’ di Palazzo Mignanelli. ‘Alcune fiabe finiscono con la ragazza che sposa il principe, altre cominciano da li’, dicono la Furstenberg e Mispelaer dietro le quinte della collezione. Con il savoir faire di una principessa e il cuore di una zingara, DVF reinventa una vita meno strutturata, sognando tramonti indimenticabili e deserti lontani. ‘Siamo partiti da Roma per andare a Marrakesh e finire a Jaipur’, spiegano Diane e Yvan illustrandola loro prossima primavera-estate in cui il pigiama palazzo, se non e’ l’iconico wrap dress, poco ci manca, declinato con motivi grafici anni Settanta o con i campanellini sul fondo dei pantaloni che evocano le mille e una notte di un harem.
Ed ecco dunque il racconto di un viaggio che poi, se proprio si vuol trovare un trend ispiratore delle sfilate di New York, e’ il leitmotiv di molte passerelle. Viaggia la donna di Tommy Hilfiger, che ha sfilato al tramonto sull’High Line, il parco sull’Hudson trasformato in banchina di arrivo per navi. Viaggia la donna Hache della bolognese Manuela Arcari che ieri l’altro ha debuttato a New York. Viaggia la donna Belstaff, nella collezione che Martin Cooper, il nuovo stilista del brand britannico acquistato due anni fa dallo stesso Hilfiger con il magnate dei profumi Harry Slatkin, ha dedicato a una delle viaggiatrici piu’ intrepide della storia, l’aviatrice solitaria Amelia Earhart che negli anni Trenta indossava Belstaff.
Amelia, ma anche Kirsten Scott Thomas di ‘Paziente Inglese, o Debra Winger di Te’ nel Deserto avrebbero potuto indossare il trench di lino e canapa ecru con strisce verticali come una valigia o l’abito di georgette che nervature verticali in pelle rendono piu’ fluttuante. La sfilata e’ la prima a New York da quando Belstaff e’ stato comprato dagli americani e coincide con l’apertura del nuovo negozio su Madison e 68esima Strada (un altro negozio aprira’ a fine settembre a Milano in Via Spiga) ma il Dna del marchio resta british: ‘Range Rover for the Royal Set’, dice Cooper, 46 anni della South Carolina, che sogna di vestire oltre a William e Harry (gia’ clienti), anche la moglie di William, la Duchessa di Cambridge Kate Middleton.
Tempo di riflessioni sul proprio Dna anche per Yoshi Yamamoto: Y-3, il marchio nato nel 2003 per definire il futuro di sport e stile, ha celebrato il decennale con una sfilata ‘contromano’: ‘Un ‘cammino all’indietro nel futuro’, ha detto Yoshi rivisitando gli elementi iconici dell’estetica pionieristica del brand: dalle silhouette ampie e voluminose, le stampe chiare fluo e naturalmente il motivo delle tre strisce.
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