Sola contro tutti e costretta a scendere a patti. O abile giocatrice che riesce ad ottenere i risultati voluti? Le conclusioni di questo vertice Ue si prestano come non mai per Frau Merkel a un’ambiguita’ in cui il bicchiere dell’Unione bancaria e del futuro dell’eurozona e’ sia mezzo pieno che mezzo vuoto.
Da una parte, infatti, c’e’ ora nero su bianco la data del primo gennaio 2013 per l’accordo sulla supervisione bancaria, che la Germania non voleva e a cui ha dovuto ‘piegarsi’. Ma questa non entrera’ in funzione in quella data, come invece chiesto dalla Commissione Ue. E la ricapitalizzazione diretta delle banche, legata all’entrata in vigore del meccanismo unico di supervisione e fortemente voluta dalla Spagna, viene di fatto rinviata a data da destinarsi.
L’accordo trovato ha ‘la tempistica giusta’ ed e’ basato ‘sul principio della qualita’ che prevale sulla velocita”, ha commentato la Merkel. E la vera partita sui ‘dettagli’, che poi tali non sono perche’ definiranno in concreto il funzionamento dei sistemi di supervisione e di ricapitalizzazione via Esm, e’ ancora tutta da giocare. Questo e’ infatti un punto chiave sottolineato dalla stampa tedesca: la palla passera’ nei prossimi mesi all’Eurogruppo, e al ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble. ‘Merkel da’ scacco a Hollande con freddezza’, titola la ‘Bild’ online, che parla di ‘vittoria ai punti’ sul presidente francese della cancelliera che, secondo il quotidiano tedesco, durante il vertice Ue ha potuto contare sull’appoggio del presidente della Bce Mario Draghi. Di fatto, l’intesa di Bruxelles permette alla cancelliera di mostrare il pugno duro prima delle elezioni sia sulla ricapitalizzazione delle banche spagnole che sulla supervisione delle banche regionali tedesche.
Non passa pero’ a Bruxelles l’idea del ‘supercommissario’ con potere di veto sui bilanci nazionali. Al centro dell’attenzione nei giorni scorsi, la proposta e’ stata lasciata cadere dalla Merkel senza battere ciglio (‘Barroso ha spiegato in modo convincente di aver gia’ esteso al massimo possibile i poteri per il commissario agli Affari economici’), assumendo sempre piu’ le sembianze di uno specchietto per le allodole usato per ottenere risultati sulle banche.
‘Questo tema e’ stato appena accennato’, hanno confermato il presidente dell’Eurogruppo Juncker e il premier Monti, che ha riferito come ‘nessuno’ lo abbia ritenuto ‘necessario’. E infatti non ve n’e’ traccia nelle conclusioni del vertice, dove ci sono invece i ‘contratti vincolanti’ per le riforme tra Stati membri e Ue, altro (vero) cavallo di battaglia caro a Berlino.
In serata, tornando in Germania dopo la difficile due giorni a Bruxelles, la cancelliera ha riassunto cosi’ il clima da ‘lunghi coltelli’ che a tratti si e’ respirato al vertice: "Il tempo delle belle parole, e di dirci che ci troviamo ‘carini’ verrà di nuovo. Ma non è questa al momento la cosa piú importante. I buoni amici – ha detto agli alleati bavaresi della Csu riuniti in congresso a Monaco – devono poter dire quello che è necessario per poter essere buoni amici anche domani. E questa è la fase in cui ci troviamo’.
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