Sono stati uccisi con una decina di colpi di pistola pare per un debito di 6mila euro che non avrebbero ‘onorato’ Martino Mazza, 48 anni, e il figlio Pietro, di 25, di origini campane ma residenti a Marchesino, nel veronese. A sparare, durante una lite cominciata ieri sera e ripresa stamani con toni subito violenti, Alfonso Manzo, 54 anni, anch’egli campano, ma di casa poco distante, a Buttapietra.
Il duplice omicidio si e’ consumato stamane verso le 8 davanti alla casa di Manzo. I tre si erano trovati per tornare a discutere di lavori di carpenteria non pagati dai due Mazza. Il credito era stato all’origine di un diverbio scoppiato ieri di fronte ad altre persone ed ‘aggravato’ dallo sfregio di un paio di ceffoni che Manzo avrebbe rifilato ai due.
Stamani, il nuovo incontro: da una parte, Manzo, originario di Torre del Greco (Napoli), con qualche lavoro da muratore occasionale, con la pretesa di incassare i 6mila euro; dall’altra, i due Mazza, di Ercolano, con la voglia sembra di far valere le proprie ragioni e – ma tutto e’ al vaglio dei carabinieri – chiudere la partita degli schiaffi subiti: un oltraggio probabilmente per loro inaccettabile. I toni della discussione sono subito saliti, nelle mani di uno dei due Mazza sarebbe comparso un coltello. Manzo ha raccontato di essere stato ferito e di aver estratto la pistola, una calibro 7,65 detenuta illegalmente e probabilmente trattenuta dopo un’esperienza come guardia giurata. Ha scaricato il caricatore contro i due contendenti, raggiungendoli con 5 colpi ciascuno, in parte mortali.
A dare l’allarme i vicini di casa, svegliati dai colpi d’arma da fuoco. Immediato l’intervento dei carabinieri e del personale medico. I militari hanno preso in consegna il duplice omicida che li attendeva davanti a casa e che non ha opposto resistenza. Per padre e figlio, invece, inutili i soccorsi. L’autopsia chiarira’ quali e quanti colpi siano risultati fatali. Dopo essere stato interrogato al Comando provinciale dei carabinieri di Verona, dove e’ stato sottoposto anche alla prova dello ‘stub’ per accertare l’utilizzo della pistola, Manzo e’ stato tradotto al carcere di Montorio veronese per omicidio mentre l’arma e’ stata sequestrata. Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Marco Zenatelli.
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